26.3.18

Cadere nel pozzo. Ritratto di Alba de Céspedes (Marina Zancan)


I tratti che connotano la biografia intellettuale di Alba de Céspedes - difficili da raccontare perché a tutt'oggi conservata quasi esclusivamente in frammenti di memoria da lei stessa consegnati a due interviste (S. Petrignani, Le signore della scrittura, 1984; A. P. Carroli, Colloqui con Alba de Céspedes, 1993) - sono quelli di una figura itinerante, poliglotta, internazionale e nello stesso tempo profondamente radicata nel tessuto politico e culturale del Novecento italiano.
Nata a Roma nel 1911 da Laura Bertini, di cui ha conservato nella scrittura l'identità linguistica, e da Carlos Manuel de Céspedes, figura di rilievo nella realtà cubana, tramite per lei di identità e di passione politica, Alba ha vissuto infanzia e adolescenza a Roma, nel quartiere Prati, lo sfondo di una parte importante del romanzo Dalla parte di lei (1944). Roma è dunque la città d'origine e sarà nel tempo una città d'elezione, luogo di esperienze essenziali: la permanenza al pensionato Ravasco dal '30 al '32, il tempo a lei concesso dal padre - dopo la scelta di vivere sola con il piccolo Franzi - per dimostrare di essere in grado di sostenere la propria autonomia (esperienza poi trasfigurata in chiave letteraria nel romanzo Nessuno torna indietro,1938; il lavoro come passaggio obbligato per una vita di libere scelte (nel ‘34 pubblica Il dubbio, il suo primo racconto; del '36 è l'assunzione al «Messaggero»), e come luogo privilegiato per una forte affermazione di sé; l'impegno politico nella Resistenza e nella ricostruzione del paese: de Céspedes è nel '43 Clorinda alla Radio Libera di Bari e dal '44 dirige a Roma «Mercurio», la rivista che si fa carico di lavorare a quella nuova cultura di cui a Milano, dal '45, si farà promotore «Il Politecnico» di Elio Vittorini.
Ma accanto a Roma, nella geografia intellettuale di Alba de Céspedes, prendono corpo altri due luoghi: la Francia, che la vede prima itinerante nei rapporti con la famiglia, poi residente a lungo nella Parigi dove si è spenta il 14 novembre, città viva, oltre che in Chansons des filles de mai (Le ragazze di maggio, 1970), nel romanzo Sans autre lieu que la nuit (Nel buio della notte, 1976); e Cuba, amatissima altra terra d'origine, a cui Alba ha dedicato gli ultimi suoi anni di lavoro e di scrittura.
Il profilo che emerge da questa geografia della vita, del cuore e del pensiero, è quello di una intellettuale cosmopolita, in sintonia con un mondo in movimento, osservato con libertà e profonda pietà, rappresentato nella sua scrittura come il contesto della propria esistenza. Il suo sguardo percorre, dunque, un ampio orizzonte: de Céspedes guarda, a partire da sé, i percorsi di donne e di uomini, i loro intrecci in passioni ed esperienze pubbliche e private, e li racconta in una storia che si compone di tante piccole storie.
Lo dimostra ognuno dei suoi testi. Così, Nessuno torna indietro è un romanzo di formazione in cui il processo di emancipazione dalla famiglia d'origine e di costruzione di una identità individuale si articola in otto storie diverse, giocate tra l'interno (del collegio Grimaldi) e l'esterno. Dalla parte di lei (1949) è una storia familiare che ripercorre, nella memoria di Alessandra, le vicende di tre generazioni, e nello stesso tempo è un romanzo sulla Resistenza, dove il racconto della esperienza politica procede intrecciato ad un percorso d'identità, anche in questo caso giocato tra un esterno - la città, uomini e donne dell'antifascismo - e una serie di interni. Quaderno proibito (1952), il diario di Valeria Cossati, è una storia «privata» che dall'interno della quotidianità di una famiglia piccolo borghese racconta la crisi del dopoguerra: tema riproposto da Il rimorso (1963), uno straordinario romanzo sull'Italia del benessere e il degrado di ogni passato ideale tutto costruito sull'intreccio di scritture «private» (epistolari e diaristiche). Storie, dunque, che attraverso esperienze di donna raccontano la Storia. Questo, però, non basta ancora a dire la specificità della scrittura letteraria di Alba de Céspedes, la sua modernità, il carattere innovativo che essa rivela nei quadri letterari del Novecento italiano. Per una lettura di questo tipo, in grado di andare oltre le storie e di raggiungere il lavoro dell'autrice sulla parola scritta, bisogna dare il giusto valore ad almeno tre elementi che possiamo indicare come costanti della sua produzione letteraria: l'ottica particolare da cui Alba osserva l'esperienza umana per ricrearla poi nella scrittura; le tematiche che, nella riproposizione di testo in testo, si configurano come costanti della sua poetica; il lavoro continuo e consapevole che ha definito il suo stile.
Lo sguardo di Alba de Céspedes è uno sguardo che parte dal profondo, che da un interno transita verso l'esterno riproponendo con ostinazione la realtà e il valore del proprio immaginario. Scrive su «Mercurio»: «Ogni volta che cadiamo nel pozzo noi scendiamo alle più profonde radici del nostro essere umano, e nel riaffiorare portiamo in noi esperienze tali che ci permettono di comprendere tutte quelle che gli uomini - i quali non cadono mai nel pozzo - non comprenderanno mai». Da questo osservatorio la rappresentazione del mondo passa attraverso alcuni grandi campi tematici. La diversità - tra uomo e donna; tra donna e donna; tra frammenti diversi di una stessa identità – è il tema che fa da perno ad ogni racconto, ed è una diversità che distingue e moltiplica i punti di vista.
Alla rappresentazione della diversità si lega il secondo grande tema, quello della solitudine delle donne, esito di una diversità negata, non amata, inascoltata: l'urgenza del sogno d'amore e l'impossibilità di resa alla quotidianità domestica che i personaggi maschili ripropongono con ottusa indifferenza rendono la solitudine delle protagoniste come l'esito di una scelta obbligata, consapevole e accettata. Le portano al silenzio. E dal silenzio nella vita prende corpo, nella scrittura, la voce negata dell'immaginario delle donne. La scrittura è il terzo grande tema che attraversa i testi di Alba de Céspedes: abbozzate in Nessuno torna indietro dalla figura di Augusta, il tema è implicito in Dalla parte di lei. E diventa esplicito in Quaderno proibito, dove la scrittura è il luogo segreto e privato, e quindi proibito, di espressione e di identità. «Voglio creare parole d'amore/ per dirle a me stessa - scrive Alba in Solitudine - (...) Sono una donna sola:/ lasciatemi godere/ della mia solitudine».
A questo percorso di coscienza de Céspedes ha intrecciato un rigoroso lavoro di sperimentazione sulle strutture narrative e di continua ridefinizione della parola poetica. La scelta di dare forma, in storie di vita quotidiana, al proprio immaginario di donna non si traduce infatti in nessun modo, nel suo lavoro, in una scrittura intimistica documentaria o autobiografica: non traggono in questo senso in inganno i temi del quotidiano, le tipologie narrative adottate. Essi sono i materiali di un immaginario che, senza tradire il senso della propria esperienza, si esprime per tutti e per sempre: «I problemi cambiano nel tempo, i personaggi non sono più attuali. Dunque ciò che attraversa il tempo è lo stile, lo stile è tutto».

“l'Unità”, 27 novembre 1997

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