Don
Giovan Battista Bobbio, nato a Bologna il 3 luglio 1914, era
diventato parroco di Valletti, un paese allora poverissimo in
provincia di La Spezia, nel 1939. Dopo
l'8 settembre del 1943 divenne amico e collaboratore di quei giovani
che, sull'Appennino ligure, avevano scelto la strada della lotta per
la libertà, dando un gran contributo al lavoro per la costruzione di
una nuova vita democratica (giunte popolari, vettovagliamento dei
partigiani e della popolazione sulla base della solidarietà, scuole,
ecc.). Il sacerdote, diventato cappellano della Brigata d'assalto
Garibaldi "Coduri", non solo assistette spiritualmente i
partigiani, ma contribuì a rafforzarne i ranghi, facendo da
intermediario per portare soldati della Divisione alpina
repubblichina "Monterosa", che presidiava il passo di Velva
e il litorale, nelle file della Resistenza. Riuscì persino a far
passare con i partigiani, a Torriglia, l'intero Battaglione
"Vestone". Era il 4 novembre del 1944.
Poco
meno di due mesi dopo, il rastrellamento in grande stile, che i
nazifascisti misero in atto con lo scopo principale di catturare il
prete partigiano. Don Bobbio, consigliato di allontanarsi, non volle
abbandonare i parrocchiani. Quando i nazifascisti arrivarono a
Valletti, presero d'assalto la canonica, la devastarono e la diedero
alle fiamme. Il sacerdote, già nelle mani dei fascisti, riuscì
ancora a confortare due giovani paesani che sarebbero stati di lì a
poco eliminati sul posto. Venne poi trascinato per la montagna,
lasciato per un'intera notte legato ad una palizzata mentre turbinava
la neve e poi, da Santa Maria del Taro, trasportato in autocarro a
Chiavari. Qui fu tenuto per due giorni in totale isolamento, prima
che il suo calvario si concludesse al poligono di tiro, con la
fucilazione senza processo.
Riprendo
da “l'Unità” l'epigrafe che correda il suo busto collocato nei
giardini di Chiavari e dettata da Giovanni Serbandini (nome di
battaglia “Bini), combattente partigiano sulle montagne liguri e
per alcuni anni direttore dell'edizione ligure de “l'Unità”,
oltre che poeta e appassionato di poesia. (S.L.L. - Notizie tratte
dal sito dell'ANPI)
Quando
gli chiesero
al
poligono di tiro
se
voleva pregare prima di morire
ai
nazifascisti rispose
«Io
sono già a posto con la mia coscienza
ma
pregherò per voi»
e
cadde con le mani in croce
Don
Bobbio
parroco
di Valletti e della “Coduri”
a
testimoniare con serena fermezza
cristiana
e partigiana
il
valore di un'intesa
salvatrice
della patria e dell'umanità.
“l'Unità”,
25 aprile 1958
Nessun commento:
Posta un commento