2017 - Primavera a Copenaghen |
I.
Come l’erba tu cresci verde e fina,
come la foglia hai sottile la vena.
Viene l’estate e non è più lontana.
E d’ogni fiore si farà corona.
II.
Dentro la casa ero quieto
nel mio giardino ero in fiore.
I sogni del mezzogiorno
m’hanno offuscati i pensieri.
Ora mi tocca lasciare
il luogo che m’era più caro.
Appare
al passo delle nuvole
l’ombra che inquieta i trent’anni.
Oscura le mie cupole
le piazze disabitate.
Come fa sera presto. Hai dormito,
mi dico, hai dormito per tutta
l’estate.
Presto verrà il primo freddo.
III.
Come ad una ad una le foglie mutano
vorrei conoscere
e dove sarà cominciato questo riposo
dei campi.
Credo dalla primavera oramai
lontanissima
qualche erba non vista si spense per
questo tramonto
e maturava questo odore di vigna,
questo pianto quieto dei grandi monti.
IV.
Mi risveglio dal sonno, è una notte
d’inverno,
lontani sono i sogni, il libro è
caduto,
non vengono rumori sul vento della
città.
Guarda, mi dico, non è vero che siamo
d’inverno,
che sono morti gli amici e orrida cosa
è vivere:
vedrai domani alla prima luce ci
desteremo
a lavarci nei fontanili.
1947
da Una volta e per sempre.Poesie
1938-1973. Einaudi, 1978
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