27.5.18

Sessantotto. I libri del quarantennale: tutto, meno la storia (Giorgio Boatti)



Sarà anche stato, come aveva scritto Raymond Aron, un «evento in cui non era successo niente» ma, a quarant'anni dal '68, cui è dedicato il prossimo Festival della filosofia di Roma, è tutto un riandare alle cronache e un interrogare testimoni sul grande scompigliamento che pretendeva di portare «la fantasia al potere». E mentre continua a mancare, almeno da noi, una ricostruzione storica esaustiva, costruita sui documenti e non sugli stati d'animo dei reduci dei diversi schieramenti, c'è già chi è pronto, prima che la Storia faccia fronte ai propri compiti, a emettere la sentenza, imputando al Sessantotto tutti i guai maggiori e minori che penalizzano il presente. Anche da noi - ponderata la questione per quasi mezzo secolo - c'è chi, sulle orme di Sarkozy, è intrepidamente deciso a «farla finita con i sessantottini». Anzi vuole provvedere a Rovesciare il '68: così almeno propone il titolo del libro di Marcello Veneziani (Mondadori, pp. 175, €17).
In senso contrario viaggia il turbine di ricognizioni autobiografiche da parte di coloro che, pronunciando il fatidico «io c'ero», vogliono essere, se non proprietari esclusivi, almeno azionisti di peso della memoria sulla «rivoluzione degli studenti». A questi coriandoli di ricordi appartengono ad esempio '68. L'anno che ritorna di Franco Piperno (Rizzoli, pp. 220, €17,50), nonché, di Mario Capanna, sia la Lettera a mio figlio sul Sessantotto (Baldini Castoldi Dalai, pp. 187, €8,90) sia il Sessantotto al futuro (Garzanti, pp. 143, €13).
Di tutt'altro tenore e di grande interesse è invece A colpi di cuore. Storie del sessantotto, in uscita da Laterza (pp. 321, €15) dove Anna Bravo gira subito le spalle a reducismi e polarizzazioni. La storica torinese sottolinea come da noi manchi ancora un'opera esaustiva, o perlomeno di grande ambizione, sul tema, comparabile alle novecento pagine di The Sixties, il monumentale studio sul '68 americano e inglese, italiano e francese, di Arthur Marwick, edito dall’Oxford University Press nel 1998. La Bravo sceglie esplicitamente una stimolante e soggettiva esplorazione del '68, attraverso otto densi capitoli. Sorge così un «albero tematico» ricco di spunti proprio perché afferra alcuni ingredienti - le generazioni che si succedono e i legami sociali, l'amore e la sessualità, la ribellione e la violenza, le contaminazioni culturali e lo sguardo dentro di sé dell'universo femminile - che restituiscono bene la dimensione originaria, in gran parte pre-politica, da cui prende l'avvio la ribellione di quei giovani ventenni. Appare in particolare il ricco ventaglio di possibilità positive, e Idi ipoteche di segno opposto, che sovrastiano, si elidono e condizionano l'emergere di quel mosaico di indiscutibile complessità tematica, cronologica (quanti anni durano effettivamente quei dodici mesi?), geopolitica, che prende il nome di '68.
Con spiazzante e quasi provocatoria sicurezza s'incarica di sciogliere tutti questi nodi la Enciclopedia del '68 (manifestolibri, pp. 458, €25) curata da Marco Bascetta, Simona Bonsignori, Marco Crispigni e Stefano Petrucciani: un repertorio delle molte tessere che compongono il «mosaico» sessantottino. Che il primo dei lemmi sia dedicato all'Algeria - intravedendo nella protesta contro la guerra condotta tra il 1954 e il 1962 dall'Armée francese contro il movimento di liberazione di quel Paese una delle radici del '68 non solo parigino, ma europeo - rivela già l'ampiezza di orizzonti di un lavoro che si conclude con la voce «Zengakuren». Vale a dire la Lega degli studenti giapponesi protagonista della vivace opposizione, nel gennaio 1968, all'approdo della portaerei nucleare americana Enterprise.
Proprio come in un procedere ipertestuale questa Enciclopedia consente di scivolare agevolmente dalle modalità di lotta («pavé», «barricate») agli slogan urlati nei cortei («Il personale è politico»), sino alle grandi questioni internazionali e alle tappe della politica italiana. Si viene condotti, ovviamente, nei luoghi dove accade qualcosa che assomiglia alla storia («Torino, Palazzo Campana», «Pisa, la Sapienza», ma anche l'Isolotto di Firenze o l'«Università critica» di Berlino) e si fa memoria di personaggi, gruppi musicali, case editrici, testate letterarie e giornalini studenteschi.
L'Enciclopedia del '68, minuziosamente articolata in 480 voci, suggerisce di intrecci operanti nello spazio e sovrapposizione attive nel tempo, quasi a preparare, o meglio a predisporre, elementi per una ribellione che è ormai nell'aria. Emergono tra situazioni lontane analogie inaspettate apparentemente minori ma emblematiche di quello che sta per accadere. Ad esempio si apprende di un caso del tutto analogo a quello milanese della Zanzara - la testata del Liceo Parini processata nel marzo 1966 per un’inchiesta sul sesso e all'origine, nelle scuole superiori, di una forte mobilitazione che sensibilizzerà molti futuri quadri sessantottini. A Francoforte, la Bie-nenKorb-Gazette, diretta da due studentesse di un Liceo, venne ritirata dal Tribunale dei Minori per aver contestato il valore della castità. È il marzo del '67 e la rivolta degli studenti, in tutta Europa, è ormai dietro l'angolo.

“Tuttolibri – La Stampa”, ritaglio senza data, ma 2008

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