16.7.18

Il “Finale per un racconto fantastico” di I. A. Ireland. Una invenzione di Borges e Bioy Casares



― ¡Qué extraño! ― dijo la muchacha, avanzando cautelosamente ―. ¡Qué puerta más pesada! ― La tocó, al hablar, y se cerró de pronto, con un golpe.
― ¡Dios mío! ― dijo el hombre ―. Me parece que no tiene picaporte del lado de adentro. ¡Cómo, nos ha encerrado a los dos!
― A los dos no. A uno sólo ― dijo la muchacha. Pasó a través de la puerta y desapareció.

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“Che strano! - disse la ragazza andando avanti con cautela – che porta pesante!”.
Mentre parlava la toccò, e si chiuse di botto, con un tonfo.
“Mio Dio! - disse l'uomo – Mi pare che non abbia serratura dalla parte di dentro. Ci ha chiuso dentro tutti e due!”.
“Non tutti e due. Uno solo” - disse la ragazza. Passò attraverso la porta e sparì.

Nota
La celebre Antología de la literatura fantástica curata da Jorge Luis Borges, Silvina Ocampo e Adolfo Bioy Casares fu pubblicata a Buenos Aires dalla Editorial Sudamericana nel 1976. La traduzione fu affidata dagli Editori Riuniti, che nel 1983 ne curarono l'edizione italiana, a vari autori, ma ho preferito usare per il brano una versione mia. 
Nell'antologia il Final para un cuento fantástico vi viene presentato come fragmento de la novela El joven Nathaniel Hathorne, opera di un certo I. A. Ireland, erudito inglese nato a Hanley nel 1972, autore di A Brief Story of Nightmares (1899) e di una Spanish Literature (1911). Lo si proclama discendente del famoso impostore William Henry Ireland, che a sua volta si era inventato un antenato William Henry Irelande a cui Shakespeare avrebbe lasciato i propri manoscritti. 
I.A.Ireland ovviamente non è mai esistito, è una falsificazione, uno pseudonimo con cui Borges e Bioy Casares firmano un raccontino delizioso ed enigmatico composto da loro stessi. (S.L.L.)


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