25.8.18

Victor Hugo. Il movimento spinto fino all'esagerazione (Francesco De Sanctis)

Victor Hugo comparve come una rivoluzione, annunziò un nuovo movimento letterario con la nuova parola romanticismo, e rese questo francese, spingendolo a conseguenze radicali ed estreme. Il classicismo era la forma in riposo, la purità delle linee, la correzione del disegno; Victor Hugo spinse l’opposizione fino a contraddire il “simplex et unum” di Orazio, senza le idee medie che pure si richiedono pel trionfo di nuovi principi. La base della sua poesia non solo non è il riposo; ma è il movimento spinto fino alla sua esagerazione intellettuale, morale e materiale. L’esagerazione intellettuale è il delirio, l’esagerazione morale è lo strazio, la materiale è il mostruoso ed il grottesco: ciò che con una sola parola i suoi avversari dicevano “brutto.” Ed è questa la nota fondamentale delle sue concezioni, dalla Lucrezia e dal Triboulet fino ai Miserabili.
Sapete che grande lotta egli suscitò: i classici gli opposero Ponsard, uomo di poco ingegno, che fu tosto schiacciato. Dopo, in Francia, non rimase di quella scuola nessun vestigio, tranne una grande individualità, Victor Hugo medesimo, con quella potenza di fantasia, con la forza del sentire spesso sincero, con l’audacia della forma, la sua vigorosa immaginazione servendosi dell’antitesi. Il dualismo, la lotta, il conflitto sostituito alla semplicità ed unità classica, nella forma è conflitto fra idee e rapporti, è antitesi.

da Storia della letteratura italiana nel secolo XIX, a cura di Alberto Asor Rosa e Carlo Muscetta, vol. 2° La scuola cattolico-liberale, Feltrinelli, 1958 

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