La redazione di
“micropolis”, mi chiede cosa penso della recente ristrutturazione
dei posti auto in città, con particolare riferimento all'aumento
smisurato di strisce blu ossia posti auto a pagamento. Dico subito
che affrontare questo argomento senza contestualizzarlo nella più
complessa situazione della mobilità urbana ha poco senso, cercherò
quindi di costruire una cornice dentro la quale collocare le diverse
questioni.
Bisogna partire da
lontano. Perugia ha sempre sofferto di un certo isolamento, sia
ferroviario che autostradale, al contrario di altre città
dell'Umbria, come Foligno, o Orvieto. Poi con la costruzione dei due
raccordi autostradali, le cose sono migliorate per il traffico
privato, a parte le buche ed i continui lavori al Verghereto. Quello
che invece non ha subito grandi migliorie è il traffico ferroviario,
anzi nel caso della Ferrovia centrale umbra, invece di andare avanti
si è andati indietro, sia per non averne colto le grandi
potenzialità, sia per investimenti completamente sballati. Poteva
essere la nostra metropolitana di superficie, doveva mettere in
collegamento gran parte delle nostre città con il capoluogo, avendo
esso un terminal ferroviario proprio nel cuore del centro storico,
(cosa che succede di rado nelle città ubicate in collina). Con uno
svincolo per l'aereoporto e Collestrada, il gioco era fatto. Ma sono
mancate sia le competenze sia la volontà politica e questo grande
disegno non si è portato avanti. So che ora si sta lavorando ad una
ristrutturazione della Fcu, spero con buoni risultati, staremo a
vedere.
Una cosa è certa: l'area
metropolitana di Perugia non può più sopportare questi volumi di
traffico privato. Siamo la seconda città in Italia per auto in
circolazione.
D'altronde è
comprensibile che il cittadino ricorra al mezzo privato se per andare
con i trasporti pubblici da Monteluce al Silvestrini ci vuole un'ora
e un quarto. Se pensate che è praticamente andato in porto il
devastante progetto Ikea a Collestrada, la presenza di un mezzo
ferroviario moderno, con passaggi brevi nel tempo, diventa
indispensabile, pena il blocco del traffico in tutta l'area che va da
Olmo a Ponte San Giovanni, Collestrada. Ricordo che parliamo di un
insediamento colossale per la nostra regione, di cui francamente non
si sentiva nessun bisogno (Ikea Ancona sta a un'ora e un quarto da
Perugia): 5.500 posti auto, 45 mila metri quadrati di superfici
commerciali, con tre grandi magazzini e 250 negozi. La già
debolissima attrazione commerciale del nostro centro storico scenderà
vicino allo zero, sopravviveranno alcuni bar, ristoranti, pizzerie e
negozi per turisti.
Ci si doveva opporre a
questa ulteriore mazzata al nostro territorio e alla rete della
piccola distribuzione, ma si sa, la proverbiale lungimiranza dei
nostri commercianti, si ferma alla rotonda di piazza Italia. A questo
bisogna aggiungere un mostruoso aumento del traffico automobilistico.
Le colonnine dell'Arpa che misurano le polveri sottili sforeranno i
limiti ogni giorno, con buona pace della salute nostra e dei nostri
figli.
Ma veniamo ai parcheggi.
Negli anni ottanta Perugia si è dotata di una rete di parcheggi a
ridosso del centro storico, con relative scale mobili per raggiungere
l'acropoli, come poche altre città italiane erano state in grado di
progettare. Suscitò particolare interesse in tutto il mondo la
costruzione di una scala mobile all'interno della Rocca Paolina. I
parcheggi sono sei, con una capienza collettiva di circa 2.100 posti,
tutti a pagamento. C'è poi quello più recente di Porta nova (Pian
di Massiano) di servizio al minimetrò: 2.800 posti gratuiti e senza
disco orario. A tutti questi vanno aggiunti circa altrettanti stalli
con striscia blu.
Poi sul finire degli anni
Novanta si decide di costruire il minimetrò e iniziano i problemi
seri per l'Amministrazione, in primo luogo per i costi del tutto
spropositati per una città come la nostra (10 milioni di euro per
anno a carico delle casse comunali, una volta finiti i lavori). A ciò
si aggiunge una previsione del tutto sbagliata sui passeggeri
trasportati: prima si parla di 19 mila al giorno, poi si scende a 15
mila, quelli trasportati realmente, a tutt'oggi, sono circa 5 mila.
Anche grazie ai continui tagli operati dai governi centrali, in poco
tempo nelle casse comunali vengono a mancare ingenti risorse. Nasce
in gran parte qui il famoso buco di bilancio. Per far fronte a questa
situazione si e costretti a vendere le quote possedute dal Comune
delle partecipate: Gesenu, Umbria acque e infine Sipa (Società
immobiliare parcheggi auto). Un poco alla volta il Comune si vende
tutte le azioni. Nel frattempo cambiano anche i padroni: da Sipa si
passa a Saba, con la quale nel 2007 si firma una convenzione che le
dà in concessione tutti i parcheggi e le strisce blu esistenti, fino
al 2047. Una vita! Saba è una multinazionale del settore, con sede
in Spagna, è presente in cinque paesi d'Europa e di America Latina,
possiede o ha in gestione 370 parcheggi con circa 200.000 posti auto,
un vero colosso. I prezzi per ora di sosta a Perugia variano da 1,5 a
2,5 euro, tra i più cari d'Italia.
Da quasi cinque anni c'è
stato un cambio alla guida politica del Comune. Siamo governati da
una giunta di destra, con a capo il sindaco Andrea Romizi. Inutile
dire che la nuova amministrazione si è trovata a gestire una
situazione difficile, frutto di scelte strategiche troppo ardite
delle passate amministrazioni, ossia si è continuato ad espandere la
spesa e a lavorare su un progetto di città molto più grande di
quella che realmente è Perugia. Questo in un periodo in cui tutti i
dati economici ci dicevano che la crescita era finita, purtroppo non
un fenomeno congiunturale ma strutturale, come hanno poi dimostrato
gli anni seguenti.
La nuova giunta ha
iniziato a tagliare la spesa un po' in tutti i settori e i risultati
si vedono. Non passa giorno che i quotidiani locali non riportino
lamentele dei cittadini per lo stato di degrado in cui versano aree
verdi, strade e altro ancora. Poi per fare cassa si è dato il via a
nuove colate di cemento che hanno interessato tutto il territorio
comunale. Non abbiamo qui il tempo di fare una lista completa, ma si
tratta di un vero assalto; da ultimo il progetto Ikea, con buona pace
di chi predicava stop al consumo di territorio, come il nostro
vicesindaco Urbano Barelli.
Per quanto riguarda il
costo dei parcheggi, si mette in piedi una trattativa con Saba per un
abbassamento dei costi, ma come dice Michele Guaitini, leader dei
radicali, invece di andare a questi incontri armati di tutto punto ci
si è andati con il cappello in mano. Tanto che Saba esce dalla
trattativa, addirittura con una situazione migliore della precedente
ovvero si porta a casa altre 217 strisce blu, per un totale di 2.700,
molte di queste come a piazza Italia a 2,20 euro ora, più il
pagamento nella fascia 1316 in alcune zone, come Elce, dove quella
finestra era gratuita. Il Comune ottiene uno sconto del 18,5%, da
2,70 a 2,20 per la tariffa oraria e uno sconto tra il 20 e il 30% nel
costo degli abbonamenti. Insomma, eravamo partiti per dargliele e
invece le abbiamo prese. Sono stati inoltre tolti posti auto ai
residenti, trattati come pezze da piedi e a tutte quelle persone che
vengono ogni giorno a lavorare in centro e non hanno più un buco
libero dove mettere la propria auto.
Si poteva seguire
un'altra strada?
Certamente. Intanto
cominciando a lavorare in proprio con le nuove strisce blu,
mettendole a 0,50 euro l'ora e facendo concorrenza a Saba sul suo
terreno. Poi reperendo nuovi posti auto sia in centro che in
periferia: penso ad accordi con il Collegio della mercanzia per le ex
officine Piccini in via del Fagiano, con l'Università per il
parcheggio di Agraria e quello dell'Adisu, penso ai grandi spazi
della immediata periferia come San Marco, Ponte Rio, Sant'Erminio,
collegati con navette frequenti al centro storico. Nulla di tutto ciò
si è fatto. Anzi da veri irresponsabili si seguita a promuovere il
mezzo privato, restringendo la Ztl a piazza Italia (una barzelletta)
e trasformando il centro storico in un parcheggio abusivo a tutte le
ore del giorno e della notte, con il risultato che chi il centro lo
abita non trova mai posto per la sua auto, tanto che molti residenti,
quei pochi rimasti, stanno preparando le valigie. Un gran risultato,
non c'è che dire.
Vorrei ricordare a tal
proposito che nella città di Siena, ad ogni residente è garantito
un posto auto all'interno delle mura e che il centro storico è
chiuso a tutti, meno gli autorizzati, 24 ore su 24. Le città vicine
simili a noi, come Arezzo, Macerata, Ascoli Piceno, sono tutte chiuse
al traffico, ma qui comandano quattro commercianti e la loro ottusa
mentalità e la giunta non sa fare altro che seguirne le istruzioni.
Non siamo messi tanto bene.
Senza un nuovo
protagonismo dei cittadini non si va da nessuna parte. Ruolo dei
partiti? Non pervenuto!