Salvatore B.,
agricoltore, a lungo attivista e dirigente della sezione Pci del mio
paese, era stato dai compagni scherzosamente soprannominato Turiddu
Psiup, a ricordarne la provenienza politica. Salvatore era stato uno di quei socialisti che, quando Nenni si unificò con i socialdemocratici di Saragat e si alleò con la Dc, diedero vita al Partito socialista italiano di unità proletaria. Alla militanza
comunista era approdato più tardi quando, dopo una sconfitta
elettorale, il Psiup,
aveva deciso – a grande maggioranza – l'unificazione con il Pci. Da qui il soprannome, in cui non
escludo che confluisse una vena di settarismo
veterocomunista.
Turiddu non se ne adontava: la sua originaria appartenenza non gli procurava alcun complesso di inferiorità. Della sua militanza psiuppina si ricordava, del resto, un episodio significativo.
Quando, nel 1966, il Psiup fece il suo debutto alle elezioni comunali del paese, i comunisti tendevano a ignorarne la presenza, temendo di perdere qualche voto. Ma il gruppetto dei socialproletari faceva ugualmente la sua campagna elettorale porta a porta, come allora era d'uso: si presentavano con volantini e fac-simile e cercavano di intavolare un discorso con le persone. Nei quartieri più popolari, essendo gli uomini a lavorare nel Nord Italia o in Germania, incontravano soprattutto donne e con loro parlavano dell'emigrazione, della dura condizione dei braccianti, dello strapotere dei mafiosi, delle ruberie dei politicanti.
Turiddu non se ne adontava: la sua originaria appartenenza non gli procurava alcun complesso di inferiorità. Della sua militanza psiuppina si ricordava, del resto, un episodio significativo.
Quando, nel 1966, il Psiup fece il suo debutto alle elezioni comunali del paese, i comunisti tendevano a ignorarne la presenza, temendo di perdere qualche voto. Ma il gruppetto dei socialproletari faceva ugualmente la sua campagna elettorale porta a porta, come allora era d'uso: si presentavano con volantini e fac-simile e cercavano di intavolare un discorso con le persone. Nei quartieri più popolari, essendo gli uomini a lavorare nel Nord Italia o in Germania, incontravano soprattutto donne e con loro parlavano dell'emigrazione, della dura condizione dei braccianti, dello strapotere dei mafiosi, delle ruberie dei politicanti.
Una signora,
ascoltandoli, chiese: "Ma siete comunisti?". Turiddu, da sempre
sostenitore dell'unità a sinistra, non volle pronunciare un no che
poteva suonare come una presa di distanza, ma neanche poteva esprimere un
sì che, oltre a non corrispondere al vero, avrebbe depresso il suo orgoglio
socialista. Disse convinto e convincente: "Meglio!".
Ricordo bene quella campagna elettorale.Noi del PSIUP eravamo fortemente impegnati in un duro scontro con il PSI che si preparava a fare l'unificazione con il PSDI di Saragat ed a privilegiare nelle amministrazioni comunali le alleanze con la DC,mentre noi eravamo per la salvaguardia ed il rafforzamento delle amministrazioni di sinistra (PCI-PSIUP). La locale sezione del PCI di Campobello di Licata manifestava,anche durante la campagna elettorale,una propensione ad un'intesa con il PSI locale,malgrado lo stesso avesse già sperimentato un'alleanza con la DC -vicesindaco G.Caruso-,da ciò la nostra irritazione nel sentirci ignorati se non considerati ,addirittura,da ostacolo all'intesa tra il PCI ed il PSI. Il risultato elettorale e l'evoluzione politico amministrativa portarono il PCI ed il PSIUP a costituire una giunta unitaria di sinistra con il PSI all'opposizione e successivamente dopo il risultato delle elezioni politiche del 1972,avviammo con forte e convinzione politica la scelta della confluenza con e nel PCI.Salvatore Burgio e tutti gli iscritti e simpatizzanti del PSIUP confluirono nel PCI assumendo ruoli e funzioni dirigenti sia nell'amministrazione comunale e nella locale sezione,così come avvenne nei diversi comuni e nella direzione della federazione provinciale del PCI.
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