27.4.19

Enrico Ruggeri: la povertà del lessico e la droga (da un'intervista a Simona Orlando)



Nei testi parla di tempo, morte, amori perduti, ma non c’è mai l’ostentazione del dolore tipico del rock: il motivo?
«Cerco di andare più a fondo. Se la morte è la fine, l’esortazione è a lasciare cose belle: canzoni, libri e film. Per questo difendo la lingua italiana».

Gli altri non lo fanno?
«Noto un lessico povero. Il problema non è chi oggi canta di droga, ma la poetica che manca. Di droghe cantavano anche Stones e Velvet Underground, con urgenza espressiva senza rampantismo. Nei ’70 vedevo gente consumata dalla vita interiore che si faceva di eroina. Non erano i più stupidi, ma i più fragili e angosciati».

Di droghe fece uso anche lei.
«Volevo non dormire per mordere la vita, ma frequentavo gente che non stimavo e smisi»

“Il Messaggero”, 25 aprile 2019

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