13.7.19

Documenti. Per la coerente difesa degli interessi della Sicilia. Risoluzione unitaria dei Comitati Regionali del PCI e del PSI (Febbraio '55)

Quello che segue, il documento finale di una riunione congiunta dei Comitati Regionali del PCI e del PSI siciliani, non è tanto esemplificativo del periodo "frontista" nella storia della sinistra italiana e siciliana, quanto piuttosto del suo esaurimento. Alle precedenti elezioni per l'Assemblea Regionale Siciliana i due partiti si erano presentati uniti nelle stesse liste del Blocco del Popolo, sotto il simbolo di Garibaldi; alle imminenti elezioni della primavera 1955 si preparano a presentarsi in liste separate. 
E c'è di più: il segretario regionale del PSI, Raniero Panzieri, aveva già rilasciato a "L'Ora" un'intervista in cui preannunciava una proposta politica nuova, quella di un accordo fra Democrazia cristiana e Partito socialista per un governo di svolta in Sicilia, e anticipava l'apertura delle liste socialiste a candidati indipendenti dell'area liberaldemocratica, in particolare quelli legati al Movimento di Unità Popolare fondato, contro la legge elettorale maggioritaria (la cosiddetta legge-truffa) da Piero Calamandrei e Ferruccio Parri. 
Ribadire l'importanza delle lotte condotte insieme e le rinnovate convergenze programmatiche serve più che altro a sottolineare il carattere consensuale della separazione e ad impedire contraccolpi nelle amministrazioni locali governate insieme e nella CGIL. (S.L.L.)

Girolamo Li Causi e Raniero Panzieri
I caposaldi del programma del P.C.I. e del P.S.I.: 
«Uniti nella lotta e nell'azione, ciascuno dietro le proprie bandiere»

Martedì 8 febbraio si sono riuniti in seduta comune i Comitati regionali siciliani del Partito socialista italiano e del Partito comunista italiano, sotto la presidenza dei loro segretari regionali, compagni Girolamo Li Causi e Raniero Panzieri, membri rispettivamente detta Direzione del P.C.I. e del P.S.I. La riunione è stata dedicata a un approfondito esame della situazione politica in Sicilia. Il dibattito si è protratto per tutta la giornata, con interventi di numerosi dirigenti delle federazioni dei due partiti e dei deputati regionali ed è servito ad approfondire e precisare con grande chiarezza gli obiettivi e i compiti, con particolare riferimento alle elezioni per il rinnovamento dell’Assemblea regionale, che stanno dinanzi ai due partiti della classe operaia e dei lavoratori siciliani, nell’attuale fase della lotta per la pace e la difesa e lo sviluppo dell’autonomia.
In questo momento drammatico per le sorti di tutta l’umanità, il compito primo è quello di impegnare nel modo più largo e vivete tutte le organizzazioni del P.C.I. e del P.S.L nella lotta per la pace. La pace è esigenza vitale del popolo siciliano, che già in passati ha manifestato la sua decisa volontà di lottare per essa, segnatamente con le grandi manifestazioni popolari in occasione della venuta in Italia del generale Eisenhower e con il plebiscito contro la bomba atomica, suggellato da un solenne voto del Parlamento siciliano.
La Sicilia, che ha sempre pagato col sangue dei suoi figli e con una maggiore miseria le avventure di guerra decise dalle classi dominanti italiane con l’appoggio degli agrari siciliani, che continua ancor oggi a soffrire fame e miseria, retaggio, al tempo stesso, della guerra passata ed effetto dell’accelerata preparazione di un nuovo conflitto da parte degli attuali governanti al servizio degli imperialisti, non può oggi permettere che la sua vita e il suo avvenire vengano minacciati per la follia di avventurieri internazionali, che mettono in pericolo l’esistenza stessa di tutta l’umanità. Il popolo siciliano ha il diritto di esigere che sia per sempre chiuso il periodo storico durante il quale, di fronte ai suoi problemi angosciosi, le classi dominanti non hanno saputo offrire altro che emigrazione e guerre, scatenate nell’interesse di pochi privilegiati: esso si è conquistato, attraverso dure lotte, la sua autonomia per poter far valere i suoi diritti e le sue aspirazioni alla pace e al benessere, e tanto più è deciso oggi a difendere questi diritti e queste aspirazioni, quando è stata sfatata definitivamente la leggenda della Sicilia zona fatalmente arretrata.
Il popolo siciliano ha lottato e lotta per la riforma agraria, per una riforma amministrativa che sollevi i comuni dall’oppressione dei prefetti e dall’impotenza finanziaria e promuova la libertà, per impedire che siano sfruttate a vantaggio dei monopoli e dello straniero le risorse di energia, delle quali si è scoperta la ricchezza: il petrolio, l’energia elettrica, le miniere. In tal modo ha aperto una strada, in fondo alla quale non vi è più la miseria c la disperazione, ma un avvenire radioso. Non solo una guerra distruggerebbe definitivamente il frutto delle sue lotte eroiche, dei suoi sacrifici, del suo lavoro, ma già oggi il solo fatto che si continui una politica, che dà la prevalenza alle spese militari su quelle pacifiche, compromette o ritarda di anni gli obiettivi di rinnovamento e di progresso.
Per chiedere una politica di pace, per proclamare la loro volontà contraria ai piani forsennati degli imperialisti diretti allo scatenamento di un terzo conflitto mondiale, nel quale l’uso delle bombe atomiche e termonucleari moltiplicherebbe a dismisura i lutti e le rovine delle guerre passate, i socialisti e i comunisti siciliani hanno preso solenne impegno di appoggiare con tutte le loro forze la lotta per la pace e, in particolare di mobilitare tutte le loro energie per far conoscere, per far sottoscrivere a tutti i siciliani l’appello contro l’uso delle armi atomiche, lanciato dal Consiglio mondiale della pace nella sua recente sessione dì Vienna. La lotta per una politica di pace del popolo siciliano assume particolare valore oggi, quando alla direzione del governo italiano, nei maggiori posti di responsabilità, alla presidenza del Consiglio e al ministero degli Esteri, seggono proprio due ministri siciliani.
Per fare sì che ogni cittadino, che ogni gruppo sociale, che ogni tendenza politica e ideale possano esprimersi e farsi valere sul piano politico parlamentare e si sviluppi al massimo il libero giuoco democratico, contro il monopolio politico perseguito con tutti i mezzi dalla Democrazia cristiana e contro il ricostituirsi del blocco di destra, che ha mortificato e mira a soffocare il Parlamento, i comunisti c i socialisti siciliani chiedono che sia assicurato, per le prossime elezioni dell’Assemblea regionale siciliana, il sistema più democratico, che è quello della proporzionale pura.
Il P.C.I. c il P.S.I. prendono atto del cammino percorso da forze, che sono oggi arrivate a comprendere la necessità di una lotta unitaria per gli interessi della Sicilia e fanno appello a tutti i cittadini e a tutti i gruppi politici, che effettivamente vogliono la rinascita della Sicilia, perché, contro le forze del passato, che hanno tentato più volte di affossare l’autonomia siciliana, contro l’oppressione del governo centrale, si schierino nella lotta, accanto alle classi lavoratrici e ai loro partiti. Ceti medi produttori, piccoli industriali, commercianti, hanno compreso in quesri anni la necessità, per lo sviluppo economico e civile della Sicilia, della riforma agraria, dando il loro appoggio alla lotta per una giusta soluzione del problema contadino; hanno compreso la giustezza delle lotte condotte dai sindacati dei lavoratori, per l’adcguamento dei salari degli operai siciliani a quelli degli operai del Nord e per la difesa e lo sviluppo della nostra industria contro il soffocamento da parte dei monopoli e dello straniero. Essi nella lotta per la pace e il progresso della Sicilia possono trovare il loro posto, in uno schieramento articolato c differenziato, n cui ciascuno esprima la propria personalità c difenda gli interessi del proprio ceto e della propria categoria, lottando per quelli più generali.
Oggi gli interessi della Sicilia si difendono lottando per la pace, per la difesa c lo sviluppo dell’industria siciliana, per l'utilizzazione piena di tutte le fonti dì energia, per la riforma agraria, per la riforma amministrativa, per la ferma rivendicazione di tutti i diritti costituzionali della Sicilia nei confronti dello Stato e in particolare per il rispetto dell’art.38 dello Statuto e per la difesa delle funzioni e della strettura dell'Alta Corte per la Sicilia, suprema garanzia dell’antonomia. Questi sono i capisaldi del programma che il Partito socialista e il Partito comunista propongono a tutte le forze politiche oneste, democratiche e autonomiste e alle masse dei popolo siciliano.
L’unità dei due partiti, rinsaldata dalle lotte, dal lavoro di ogni giorno, dai sacrifici e dal sangue di tanti militanti e combattenti eroici, le lotte sostenute con successo dal Blocco del Popolo nel paese e nel Parlamento, la loro forza, il programma che nanne proposto ai popolo siciliano ed al quale hanno sempre tenuto tede, sono garanzia per tutti di poter portare avanti le proprie istanze, di poter difendere i propri interessi senza bisogno di piegarsi ai ricatti, per finire poi soffocati dal pesante abbraccio della Democrazia cristiana. Accanto ad essi, uniti nel programma e nell’azione avranno modo di esprimersi altre forze libere, che vogliono la pace, l’autonomia, il progresso della Sicilia. Uniti nella lotta e nell’azione, ciascuno dietro la propria bandiera e i propri simboli, tutti gli uomini onesti, gli amici della Sicilia, coloro che lottano per la pace ed il progresso potranno ancora una volta spingere indietro le forze reazionarie locali, i fautori di guerra, gli imperialisti stranieri, portando avanti la Sicilia verso un avvenire luminoso, per il quale il suo popolo ha lottato, ed al quale sente di avere finalmente diritto.

IL COMITATO REGIONALE DEL PCI
IL COMITATO REGIONALE DEL PSI

l'Unità, 15 febbraio 1955

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