10.7.19

MORTE SU TUTTI I FRONTI «Il Pianeta è Finito». Una poesia di Allen Ginsberg

Allen Ginsberg

Una luna nuova guarda il nostro dolce pianeta malato
Orione ha cacciato l'Immobile Orsa a metà del cielo
d’inverno in inverno. Mi sveglio, primo nel letto, cadaveri di mosche
coprono lenzuola illuminate dal gas, mi duole la testa, fibra di cervello
della tempia sinistra pulsante per la Morte che ho Creato su tutti i Fronti.
Topi avvelenati nel Pollaio e miriadi di pidocchi
Spruzzati di arsenico bianco diretti verso il ruscello, Scarafaggi di Città
calpestati su pavimenti di cucina di Campagna. Non bambini per me.
Tagliate a mezzo orde di ragazzi & ragazze sulla terra & respirate liberamente
dicono i Computers esperti di Rivoluzione:
Metà della popolazione germe del globo azzurro è più che abbastanza,
evitate al polmone offuscato la polmonite fetente.
Ho chiamato lo Sterminatore Che ha inzuppato il Muro pavimento di
olio-mortale anticimice. Chi inzupperà il mio cervello di olio-mortale?
Mi sveglio prima dell’alba, temendo i miei averi di legno,
i miei libri gnostici, la mia bocca chiassosa, vecchi amori silenti, amuleti
divenuti denaro immagine, il mio corpo grasso senza sesso, Padre morente
Città della Terra avvelenate in guerra, la mia arte inerme -
Mente in frammenti - e ancora astratta - Dolore nella
morte vivente della tempia sinistra -

26 Settembre 1969

In La caduta dell'America, Mondadori 1998 – Traduzione di Fernanda Pivano

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