9.10.09

Noterelle di pace. Obama e Flavio Lotti.





Nota 1.


Obama ha vinto il Nobel. C’è chi dice: era meglio Strada; chi aggiunge: finora ha concluso poco. L'angelo del Vangelo promette pace agli "uomini di buona volontà". La buona volontà in Obama non manca, speriamo che dopo il Nobel arrivi la pace.

P.s. Anche noi insegnanti talora premiavamo la buona volontà. In genere funzionava: il ragazzo migliorava il suo profitto.



Nota 2.

Nel 1966 un capo sindacale del mio paese, comunista e consigliere comunale da parecchio tempo, venne escluso dalla lista per le elezioni municipali. Irato presentò una sua lista rispolverando il simbolo del Blocco del Popolo, Giuseppe Garibaldi. La campagna elettorale non gli andava per il verso giusto: ma nessuno era disposto a seguirlo e votarlo fuori e contro il Partito. Pensò bene di chiamare in soccorso un ex deputato del Pci, Michele Semeraro, un calzolaio palermitano un tempo popolarissimo per la sua oratoria versatile, ora solenne ora aggressiva. Il Semeraro, da tempo estromesso dai vertici regionali del partito, aveva aderito a uno dei primi gruppi maoisti. Così si presentò:" Vi porto il saluto di Marx, di Engels, di Lenin, di Stalin e di Mao Tse-tug". Chissà da dove lo portava.

Il comunicato stampa della Tavola della Pace arrivatomi stamane mi ha rammentato questo comico episodio. Mi mandano a dire che dal 10 al 17 ben 400 italiani saranno in Israele, nei territori, a Gerusalemme per una missione di pace, studenti, insegnanti, artisti, giornalisti, semplici cittadini, amministratori locali, rappresentanti di associazioni.

Ottima cosa.

Lo strano è che, come si legge già nel titolo, lo faranno "nel nome di San Francesco, di Giorgio La Pira e di Aldo Capitini". Chissà per quali vie hanno ricevuto il mandato (si sa che quelle del Signore sono infinite).

Ma non sarebbe più conforme alla sobrietà di Capitini, più francescanamente umile, più coerente con il personalismo di La Pira se, invece di presentarsi nel nome di altri, vi andassero ognuno con il proprio nome e cognome? Non sarebbe meglio farselo dire dagli altri che la Missione di Pace (le maiuscole sono nel comunicato) è "una delle più grandi mai realizzate dall'Italia"?

Nel sommario si cita Lotti: "Non per pacifismo ma per sano realismo". Perchè "non per pacifismo"? Non è più una bella cosa e una bella parola? E' forse malato, al contrario del realismo, che invece è sano? Oppure esistono due realismi dei quali uno è malsano? E, infine, perchè mai il realismo della missione dovrebbe essere "sano"? In omaggio al consumismo mediatico che respinge ai margini gli infetti, i vecchi, i malaticci? O in omaggio al "pastore tedesco" che vuole sana ogni cosa, anche la laicità dello Stato?

Nel corpo del comunicato ai tre nomi suddetti se ne aggiunge un quarto. Quello di Obama, appena insignito del Nobel per la Pace.

Ottimo.

Si informa anche che titolo della Missione di pace è “Time for Responsibilities” (il tempo delle nostre responsabilità). Perchè in inglese e non italiano (o in arabo e israeliano, etc.). E' solo un vezzo? Come quello del Veltroni che come slogan di un congresso scelse "I care"? Oppure Lotti si è convinto che, se non usa l'inglese, a lui il Nobel non lo daranno mai?



Nessun commento:

Posta un commento