Merita di essere ricordato quanto disse al congresso socialista di Livorno il 19 gennaio 1921 Filippo Turati, capo della corrente riformista, rivolgendosi ai delegati che si accingevano a fondare il partito comunista d'Italia: "Il marcio riformismo, secondo alcuni, il socialismo secondo noi, il solo vero, immortale, invincibile socialismo, che tesse la sua tela ogni giorno, che non fa sperare miracoli, che crea coscienze, Sindacati, Cooperative, conquista leggi sociali utili al proletariato, sviluppa la cultura popolare (senza la quale saremo sempre ai ferri corti e la demagogia sarà sempre in auge), s’impossessa dei Comuni, del Parlamento e, esso solo, lentamente, ma sicuramente, crea la maturità della classe, la maturità degli animi e delle cose, prepara lo Stato di domani e gli uomini capaci di manovrarne il timone…
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12.11.09
Socialisti e comunisti (brani del discorso di Turati al Congresso di Livorno - 1921)
Ond'è che, anche quand'anche voi aveste impiantato il partito comunista e organizzato i Soviet in Italia, se uscirete salvi dalla reazione che avrete provocata e se vorrete fare qualche cosa che sia veramente rivoluzionario, qualche cosa che rimanga come elemento di società nuova, voi sarete forzati, a vostro dispetto - ma lo farete con convinzione, perché siete onesti - a ripercorrere completamente la nostra via, la via dei social-traditori di una volta; e dovrete farlo perché essa è la via del socialismo, che è il solo immortale, il solo nucleo vitale che rimane dopo queste nostre diatribe. ".
Nel 1960 sia Umberto Terraccini che Camilla Ravera, che furono tra i fondatori del partito comunista d'Italia a Livorno, ebbero a riconoscere onestamente che "nel 1921 a Livorno era Turati che aveva ragione".
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