6.3.10

OGM a Rai1: la realtà scompare, il ministro candidato è onnipresente.

E' sabato 6 marzo e sono le otto. Ho assistito qualche minuto fa a un brandello di trasmissione su Rai 1. Non so quale ne sia il titolo, ma era uno di quegli infernali programmi di chiacchiericcio spesso sguaiato dentro cui passano le ideologie della reazione. Il tema di stamani erano gli OGM in agricoltura che una recente deliberazione dell'Unione Europea obbligherebbe a liberalizzare anche in Italia. C'era una signora che rappresentava il "biotec" che parlava di un sondaggio, per cui due agricoltori su tre in Italia volentieri coltiverebbero il mais transgenico che, a suo dire, renderebbe 347 euri in più per ettaro. L'uomo della Coldiretti diceva: "I sondaggi lasciano il tempo che trovano. Gli agricoltori sono contrari. Lo lasci dire a noi che li rappresentiamo". A disgustare è l'approccio corporativo, l'idea che sulla questione debbano decidere i proprietari e gl'imprenditori agricoli e che tutti gli altri cittadini consumatori debbano subirne il responso. Ma c'è dell'altro: gli stessi agricoltori in carne ed ossa tendono a scomparire in questa strana democrazia dell'era berlusconiana, fondata sui sondaggi e sulle sigle.
Così per i contratti di lavoro. Prendi i meccanici. Dicono: ci sono tre sigle confederali su quattro che hanno firmato, c'è il sondaggio clandestino di Crespi che dà i favorevoli in lieve vantaggio, perchè la Cgil continua a proporre il referendum? Basta - aggiungono - con le assemblee, le discussioni, le votazioni tra gli operai per il loro contratto, sono solo una perdita di tempo; anzi basta con i contratti collettivi e basta con gli operai come esseri pensanti e deliberanti! Tutt'al più commissioneremo un sondaggio.
Così per gli OGM. Nessuna possibilità di esprimersi e decidere ai cittadini consumatori, come sarebbe giusto, e neppure ai soli agricoltori, come sarebbe sbagliato. Al massimo all'interno della corporazione si conteranno le sigle e si faranno sondaggi.
C'è un altro passaggio curioso nella trasmissione. Il tipo che la conduce commenta il breve filmato che illustra il problema. Dice: "Alcuni dicono che fanno male, altri che no. E' un problema scientifico. Meglio non discuterne, se no non ne veniamo a capo". Anche in questo caso studi, ricerche, argomentazioni passano in cavalleria. Tutto diventa opinione, cioè vacuo chiacchiericcio, a scapito della realtà.
In compenso in dieci minuti scarsi il "conducente" trova il modo di citare almeno dieci volte il ministro Zaia, che è contrario alla delibera europea. Lavora per la stessa Rai che ha deciso che non si fa "Anno zero" e non si fanno le altre trasmissioni di approfondimento politico; ma nelle trasmissioni di chiacchiericcio popolano Sposini può tranquillamente sponsorizzare i blitz antiimmigrati, le scuole confessionali e i crocifissi in tutti i luoghi pubblici. E quest'omino di Raiuno, di cui non conosco il nome, può tranquillamente fare campagna per Zaia, il quale non è solo ministro, ma anche candidato alla presidenza del Veneto. La legge non vale più quando si tratta dei signori della Lega e della destra.

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