Dopodomani sera, lunedì 15 marzo, si svolgerà a Forlimpopoli una serata gastronomica inquietante. Ha sede lì “Casa Artusi”, un centro di cultura gastronomica dedicato al celebre autore del celebrato libro ottocentesco di cucina che da quelle parti era nato. Per valorizzare i prodotti di Romagna e le loro squisite manipolazioni quest’anno nella sua sede sono state programmate alcune serate a tema, dedicate a personaggi illustri della storia locale, prodotti dei “migliori lombi di Romagna” ha scritto un giornalista marchettaro. Tra Pascoli, Fellini e il “Passator cortese” c’è anche il cavalier Benito Mussolini, duce del fascismo e fondatore dell’impero. Il centro gastronomico ha tra i suoi soci fondatori e finanziatori la Provincia di Forlì e il Comune di Forlimpopoli, enti governati dal centrosinistra, e alla cena farà gli onori di casa Giorgio Frassineti, sindaco Pd di Predappio, del cui territorio si esalteranno i sapori.
Tutto normale, dunque? A qualcuno (ed anche a noi) parrebbe di no e perciò protesta. Si va dallo storico Maurizio Ridolfi ai giovani del Pd, fino al Comitato per il rilancio della costituzione di Ravenna (il cosiddetto comitato Dossetti). Fino ad oggi l’esposizione più chiara e diretta delle ragioni che avrebbero dovuto sconsigliare questa iniziativa le ho trovate su un articolo di Maurizio Viroli, un forlivese di valore che insegna Teoria politica all’Università di Princeton. Al suo breve articolo su “La stampa” del 4 marzo, Anche così si banalizza il male, che riporto di seguito non aggiungo altro che qualche pezza d’appoggio. A “normalizzare” Mussolini e a banalizzare la tragedia del fascismo provvedono, infatti, un giorno sì e l’altro pure, le Tv di regime, dell’intera Raiset. C’è qualche lodevole eccezione come qualche puntata de “La grande storia” o qualche trasmissione di Rai educational; ma nei talk-show, mattutini, pomeridiani e tardoserali, non senza qualche incursione nei programmi di mero intrattenimento, funziona a pieno regime una sorta di “revisionismo alla vaselina”. Del più celebre Mussolini si intervistano senza posa la nipote Alessandra o la nuora Scicolone (autrice, tra l’altro, del libro A tavola con il duce), si rimandano filmati che lo ritraggono nella vita familiare, si narrano amori più o meno segreti. Il Vespa poi, oltre a raccontarne le vicende con ospiti quasi sempre simpatizzanti in "Porta a porta", ha scritto nei suoi libri degli amori del dittatore e non si è risparmiato un qualche implicito parallelismo con il cavaliere Berlusconi, il celebre seduttore dei nostri giorni. Insomma da tutto questo ciarpame viene fuori una sorta di “Mussolini de noantri” che prelude ad una benevola assoluzione per il duce e per il suo replicante. Non può sorprendere poi che, con questo po’ po’ di lavaggio del cervello, nei siti e nei blog si leggano commenti di individui che si autodefiniscono “antifascisti militanti” (credo in perfetta buona fede) e che tuttavia pensano che cene come quella di Forlimpopoli siano innocue e simpatiche iniziative.
Anche così si banalizza il male
Maurizio Viroli
Organizzare una cena dedicata a Benito Mussolini è un atto di vergognosa irresponsabilità culturale e politica, per due evidenti motivi. Il primo, per l’ovvio significato apologetico dell’iniziativa. Un evento conviviale ha di per sé carattere festoso e celebrativo. Nel caso specifico, la serata rientre nel contesto di analoghe occasioni abbinate ai nomi più illustri di Romagna, anzi ai migliori prodotti del “lombi di Romagna”, come ha scritto un fautore dell’iniziativa.
Orbene, se Benito Mussolini rientra in tale categoria la cena è in onore del duce del fascismo e dunque un esplicito riconoscimento della sua grandezza e una giustificazione o attenuazione delle sue colpe, avvero un’apologia. Ma Mussolini è stato una figura tragica, ha scritto un portavoce di casa Artusi. Peccato che il portavoce confonda le cose: Mussolini non era tragico, ma ha causato la tragedia dell’Italia. Se davvero si vuol discutere di Mussolini allora si organizzi un convegno sui totalitarismi non un allegro convito.
Il secondo, perché l’iniziativa contribuisce alla pericolosa tendenza in atto in Italia a presentare il fascismo non come la più grande e tragica vergogna della storia italiana, ma come un evento simile a tanti altri e di cui si può tranquillamente parlare come si discetta si Fellini o Casadei. Sfugge ai proponenti che in Italia i giovani scaricano da internet i discorsi del duce e che ogni giorno la cronaca segnala evidenti segni di ritorno della mentalità fascista con il suo lugubre corteo di razzismo, di antisemitismo, di glorificazione della violenza e simili. Con la loro “cena della vergogna” offrono un prezioso aiuto alla diffusione di quella banalità del male che non distingue fra il giusto e l’ingiusto, tra la tragedia e la commedia, e per questo è stata ed è il più solido sostegno del totalitarismo.
Si allegano i reali contenuti della V^ serata de I LUNEDI' DI CASA ARTUSI,
RispondiEliminaGrazie per l'attenzione. Cordialmente
Roy Berardi
Rel. pubbliche Romagna Terra del Sangiovese
L'iniziativa organizzata dall’Associazione Romagna Terra del Sangiovese per far conoscere le aziende e i territori del circuito,è un percorso di approfondimento e conoscenza è dedicato questa volta al territorio di Predappio e le aziende presenti sono: Cantina NICOLUCCI, Cantina ROCCA DELLE CAMINATE, Ristorante LA VECIA CANTENA D’LA PRE’, e CLAI per le carni. Come è noto, caratteristica peculiare di questa seconda edizione è la connotazione storica dei territori proposti tra Imola e Rimini, e per questo territorio la scelta del personaggio non poteva essere che Benito Mussolini, perché Predappio, per un volere insondabile del destino, rappresenta ed è il luogo dove lui è nato e sepolto. Sarà il Sindaco Giorgio Frassineti il testimonial della serata e, dopo la presentazione delle aziende, avrà il compito di illustrare ai presenti le difficoltà e i progetti di una città che quotidianamente deve fare i conti con una eredità opprimente, ma che, lontano da qualsiasi revisionismo storico, ha il diritto di cercare una strada di sviluppo culturale ed economico.
Il Sindaco intende raccontare come da anni le amministrazioni comunali di Predappio, di sinistra fin dal dopoguerra, si trovano a gestire il peso di una memoria ingombrante (dai pellegrinaggi dei «nuovi fascisti» alla tomba del Duce sino alla vendita dell'oggettistica più truce); e far chiarezza sulla Predappio dei nostalgici e quella storica, sull’eredità che si ritrova a vivere e la ricerca di darsi un futuro...
E parlare della volontà di trovare una via possibile per riconciliare le idee con il territorio, le nefandezze di un regime con ciò che resta della memoria di una comunità profondamente democratica, su ciò che è meglio sapere piuttosto che ignorare.
Da Predappio si ha la netta sensazione di un’Italia che stenta dopo più di sessanta anni a guardare la propria storia per combattere tutti i fascismi. Da Predappio è impossibile non riflettere sulla scorrettezza e la banalità con la quale quotidianamente si torna a disquisire su fascismo ed antifascismo, a stretto uso e consumo di chi non ha alcuna intenzione di meditare su ciò che è stato e non deve più essere.
Ma la domanda è sempre la stessa: come si fa a compiere atti concreti ma allo stesso tempo evitare il rischio di scivolare su un territorio così infido come la memoria del ventennio fascista. Come si fa a sfilarsi da polemiche pretestuose?
Una strada che la città di Predappio, ad esempio, ha individuato con la creazione dell’Associazione nazionale delle Città di Fondazione del Novecento, con l’intento di salvaguardare e valorizzare il patrimonio architettonico razionalista, utilizzando la potenzialità di molti immobili, ora inutilizzati, a scopi scientifico-culturali. Il comitato scientifico, vale la pena di ricordarlo, è composto da docenti di cinque università italiane (Roma-La Sapienza, Firenze, Bologna, Venezia-Iuav, Cagliari), Istituto Luce e Fondazione Alinari.
Il Comune di Predappio sta programmando una serie di interventi tesi alla promozione di un distretto culturale senza eguali in Italia e nel mondo, lasciando la porta aperta a tutte le municipalità che possano portare testimonianze significative sul razionalismo in urbanistica e in architettura.
Su questi temi sarà incentrato il discorso del Sindaco Frassineti, rivolto a coloro che anche attraverso i Lunedì in Casa Artusi intendono sviluppare un percorso di conoscenza e approfondimento con vero spirito democratico e antifascista.
In merito alle distorsioni attuate con pervicacia degna di miglior causa dei contenuti, dello spirito e delle finalità de I LUNEDì DI CASA ARTUSI, si allegano i contenuti della V^ serata.
RispondiEliminaGrazie per l'attenzione. Cordialmente
Roy Berardi
Rel. pubbliche Romagna Terra del Sangiovese
Il percorso di approfondimento e conoscenza è dedicato questa volta al territorio di Predappio e le aziende presenti sono: Cantina NICOLUCCI, Cantina ROCCA DELLE CAMINATE, Ristorante LA VECIA CANTENA D’LA PRE’, e CLAI per le carni. Come è noto, caratteristica peculiare di questa seconda edizione è la connotazione storica dei territori proposti tra Imola e Rimini, e per questo territorio la scelta del personaggio non poteva essere che Benito Mussolini, perché Predappio, per un volere insondabile del destino, rappresenta ed è il luogo dove è nato e sepolto il Duce.
Sarà il Sindaco Giorgio Frassineti il testimonial della serata e, dopo la presentazione delle aziende, avrà il compito di illustrare ai presenti le difficoltà e i progetti di una città che quotidianamente deve fare i conti con una eredità opprimente, ma che, lontano da qualsiasi revisionismo storico, ha il diritto di cercare una strada di sviluppo culturale ed economico.
Il Sindaco intende raccontare come da anni le amministrazioni comunali di Predappio, di sinistra fin dal dopoguerra, si trovano a gestire il peso di una memoria ingombrante (dai pellegrinaggi dei «nuovi fascisti» alla tomba del Duce sino alla vendita dell'oggettistica più truce); e far chiarezza sulla Predappio dei nostalgici e quella storica, sull’eredità che si ritrova a vivere e la ricerca di darsi un futuro...
E parlare della volontà di trovare una via possibile per riconciliare le idee con il territorio, le nefandezze di un regime con ciò che resta della memoria di una comunità profondamente democratica, su ciò che è meglio sapere piuttosto che ignorare.
Da Predappio si ha la netta sensazione di un’Italia che stenta dopo più di sessanta anni a guardare la propria storia per combattere tutti i fascismi.
Parlando di Predappio, il Sindaco fa riferimento alla città di Zenobia raccontata da Italo Calvino nelle sue “Città invisibili”. In sostanza Zenobia è Predappio. Calvino dice che è inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in queste due categorie che ha senso dividere la città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati. In questo senso, il compito del Sindaco di Predappio è di rendere concreti i desideri della sua città e dei suoi cittadini e cha la sua città appartenga al primo tipo di città.
Ma la domanda è sempre la stessa: come si fa a compiere atti concreti ma allo stesso tempo evitare il rischio di scivolare su un territorio così infido come la memoria del ventennio fascista. Come si fa a sfilarsi da polemiche pretestuose?
Una strada che la città di Predappio, ad esempio, ha individuato con la creazione dell’Associazione nazionale delle Città di Fondazione del Novecento, con l’intento di salvaguardare e valorizzare il patrimonio architettonico razionalista, utilizzando la potenzialità di molti immobili, ora inutilizzati, a scopi scientifico-culturali. Il comitato scientifico, vale la pena di ricordarlo, è composto da docenti di cinque università italiane (Roma-La Sapienza, Firenze, Bologna, Venezia-Iuav, Cagliari), Istituto Luce e Fondazione Alinari.
Il Comune di Predappio sta programmando una serie di interventi tesi alla promozione di un distretto culturale senza eguali in Italia e nel mondo, lasciando la porta aperta a tutte le municipalità che possano portare testimonianze significative sul razionalismo in urbanistica e in architettura.
Su questi temi sarà incentrato il discorso del Sindaco Frassineti, rivolto a coloro che anche attraverso i Lunedì in Casa Artusi intendono sviluppare un percorso di conoscenza e approfondimento con vero spirito democratico e antifascista.
La ringrazio signor Berardi. Pur senza la precisione delle sue precisazioni conoscevo le buone ragioni di valorizzazione del territorio, della sua storia, architettura, cucina, che possono aver spinto ad ideare la serata. E non ho alcuna difficoltà ad aggiungere che ritengo del tutto involontario il contributo del Comune di Predappio alla riabilitazione del "figlio del fabbro". Lei mi spiega come il sindaco, nell'ameno convivio, si lamenterà del pesante fardello, ma, a mio avviso, tutto rientrerà nel viscidume revisionistico alimentato dall'alto. Lei si chiede e mi chiede: che colpa ne ha Predappio se il suo figlio più celebre è Mussolini? Nessuna, credo.
RispondiEliminaMa non credo che sia l'unico figlio illustre di quel territorio. Ci sarà pure un pittore, un romanziere, un poeta minore da ricordare nato in quel territorio degno di memoria. Se si fosse scelta una cena in compagnia di costui, non solo la compagnia sarebbe stata migliore, ma i giornali avrebbero scritto "Predappio rifiuta Mussolini" e il sindaco avrebbe bellamente potuto intrattenere i commensali e parlare dell'architettura, valorizzando la Predappio senza Mussolini che dichiara. E invece non ci ha pensato. E' l'ennesima riprova che il veleno totalitario trova spesso una alleato nella subalternità culturale o nell'imbecillità di chi dovrebbe opporsi.