12.3.10

Lacrime di sangue. Da una poesia di Papusza (Bronislawa Wajs)

Nel bosco. Niente acqua, né fuoco.

Grande la fame.
Dove avrebbero potuto dormire i bimbi?

Non c’era tenda.
Non avremmo potuto accendere il fuoco la notte.
Di giorno, il fumo avrebbe avvisato i tedeschi.
Come vivere con dei bimbi nel freddo dell’inverno?
Tutti sono scalzi…
Quando decisero di ucciderci
per prima cosa ci costrinsero ai lavori forzati.
-
Un tedesco venne a trovarci:
Ho cattive notizie per voi.
Vogliono uccidervi stanotte.
Non ditelo a nessuno.
Sono anch’io uno zingaro scuro,
del vostro sangue - dico la verità.
Dio vi aiuti
nella nera foresta.
Dette queste parole
ci abbracciò tutti…

-

Niente cibo per due tre giorni.
Tutti a dormire affamati.
Non riuscendo a dormire
fissavamo le stelle.
-
Dio, com’è bella la vita

Ma i tedeschi

Non ce la lasciano vivere

Ci uccidono senza pietà.

-

O piccola stella,

Tu sei così grande all’alba

Così reale è la tua luce

Acceca gli occhi dei tedeschi

Mostra loro la strada sbagliata,

Non quella buona, non quella buona

Perché possa vivere un bambino ebreo

Perché possa vivere un bambino zingaro.

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Papusza (Bronislawa Wajs) è forse la maggiore poetessa zingara.

E' questa la prima parte di una più lunga ballata scritta tra il 1943 e il 1944.


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