23.4.10

A che punto è il Pd (Nando Dalla Chiesa - "Il fatto", 20 aprile 2010)

Nando Dalla Chiesa ha pubblicato martedì scorso sotto il titolo Ichino, la notte del Pd una riflessione sull'ultima direzione del partito di Bersani. Il brano che qui pubblico rappresenta plasticamente un partito che non c'è. Pare che il Sindaco di Perugia abbia definito il suo partito "una federazione di individui". Non so se sia vero e non so se la battuta sia originale, ma, anche alla luce delle amare considerazioni di Dalla Chiesa, mi pare del tutto congrua. (S.L.L.)

Eugenio Scalfari ha notato, a proposito del famoso radicamento, che quel che manca al Pd è il sapere essere tutt’uno con un popolo guidato quotidianamente in battaglia, l’essere comunità politica. E infatti. Di nuovo parla il dettaglio surreale. Nel gruppo dirigente democratico il saluto è rarissimo. O ci sono amicizie di lunghe radici, o il solo conoscersi e avere svolto o svolgere attività politica o parlamentare insieme non è sufficiente per salutarsi. Si salutano i potenti, quelli che ti hanno lottizzato e portato in direzione. E i potenti salutano solo i loro fedelissimi. Salutare il compagno o la compagna di idee è una fatica, un fastidio. Gruppi di indifferenti, imbozzolati nel loro spirito di conventicola, sostituiscono la comunità; quella di chi dovrebbe sentirsi solidalmente impegnato in una battaglia che vale i destini del paese. Un senatore di grande prestigio intellettuale (e per questo chiamato a parlare in tutta Italia) mi ha confidato un giorno che quel che lo ha più colpito della sua recente esperienza è che, dopo il primo benvenuto, nessuno o quasi dei compagni di partito, incontrandolo a Palazzo Madama, lo saluti. Il più elementare gesto civile messo al bando. Domanda: che rapporto umano ci sarà mai con i cittadini comuni, quelli che Berlusconi saluta ovunque con larghissimi sorrisi?

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