24.4.10

La razza (S.L.L.)


Galileo andava in prima elementare. Forse in seconda. E lì aveva imparato ad usare l’aggettivo “bastardo” come un insulto. Pazientemente gli spiegai che i bastardi, in tutte le specie animali, sono i più versatili, i più intelligenti e adattabili: “Prendi i cani: i più stupidotti sono sempre quelli di razza pura. Quelli da caccia sanno solo cacciare, quelli da guardia abbaiano spesso a vanvera”. Il mio caro figliolo taceva e apprendeva.
L’indomani lo accompagnai da Nemore, il tipo che a Bastia riparava le bici, preciso nel lavoro e onesto nei prezzi, ma totalmente inaffidabile per i tempi di consegna. Gali, due giorni prima, aveva lasciato lì la sua biciclettina con la catena spezzata e pretendeva adesso di ritrovarla efficiente, secondo i patti. Ma non era pronta. Mio figlio non se ne teneva una. Irato gridò: “Tu non sei un bastardo. Sei di razza pura”.
Nemore si arrabbiò moltissimo.

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