14.4.10

Per il centenario di Mark Twain. Quel leggiadro passatempo...

Ricorrerà il 21 aprile prossimo il centenario dalla morte di Mark Twain. Negli Usa è ormai entrato nella schiera dei grandi e non solo per gli avventurosi romanzi ambientati lungo il Mississipi che lo hanno reso famoso, ma per le divertenti rievocazioni storiche, per i racconti umoristici che sprizzano intelligenza da ogni rigo ed anche per la sua laicità, per l'irriverente e penetrante satira delle ridicole credenze che sorreggono le religioni, peculiarmente quelle cristiane. Questo aspetto della ricerca di Samuel Clemens sarebbe stato del tutto ignorato in Italia se non fosse stato per un libretto, curato da Franco Ferrucci, Lettere dalla Terra, che uscì per gli Editori Riuniti quando c’era ancora il Pci.
C’è poi un altro Twain, poco conosciuto anche in America, quello che si cimentava con operette satiriche di tipo rabelaisiano in cui il linguaggio era spinto agli eccessi estremi o in simpatiche disquisizioni su temi osè e le stampava privatamente, in pochissime copie riservate agli amici. Era però un "segreto di Pulcinella". Nel suo viaggio in Europa del 1879 fu ricevuto dal kaiser di Germania, Guglielmo I che, dopo averlo introdotto nella sua raffinata collezione di libri proibiti, gli mostrò una copia (pirata, si direbbe oggi) di 1601, un libello clandestino scritto proprio da Twain, resoconto inventato di una conversazione non propriamente edificante al cospetto della regina Elisabetta, cui partecipa tra gli altri Francesco Bacone.
Qualcuno poi lo invitava a tenere conferenze su argomenti pruriginosi, riservate a “soli uomini”. Quello che qui presento è il testo di una di queste conferenze, tenuta allo Stomach club e dedicata alla masturbazione. L’ho ripresa da un ritaglio de “L’Espresso” (non c’è indicazione di anno e numero, ma dovevano correre i tardi Settanta), ove fu pubblicata per la traduzione e il commento di Mario Picchi, dopo che se n’era ritrovata una copia nella biblioteca dell’Università di Berkeley. (S.L.L.)

Il mio predecessore vi ha messo in guardia contro quel male sociale che è l’adulterio. Nel suo abile discorso ha esaurito l’argomento, senza lasciare assolutamente nient’altro da dire in proposito. Ma io seguiterò il suo meritorio lavoro per la causa della moralità ammonendovi sul pericolo di quella sorta di ricreazione chiamata “onanismo” alla quale vedo che siete assai dediti. tutti i grandi scrittori che han trattato della salute e della moralità, antichi e moderni, hanno affrontato questo nobile argomento e ciò dimostra la sua dignità e la sua importanza. Taluni di questi scrittori hanno preso posizione a favore, altri contro.
Omero, nel secondo libro dell’Iliade, dice con entusiasmo: “Datemi la masturbazione o datemi la morte”; Cesare, nei Commentari, dice: “Per il solitario è la compagnia; per il derelitto è l’amico; per l’anziano e l’impotente è il benefattore. I diseredati sono ricchi con questo maestoso passatempo”. Altrove quell’esperto osservatore scrive: “A volte la preferisco alla sodomia”.
Robinson Crusoe dice: “Non posso descrivere quanto devo a quest’arte delicata”. E la regina Elisabetta: “E’ il bastione della verginità”. Il re zulu Cetewavo: “Una scossa di mano ne vale due di pelo”. L’immortale Franklin ha detto: “La masturbazione è la miglior politica”.
Michelangelo e tutti gli altri maestri antichi – il che vuol dire, badate bene, antichi maneggioni – hanno usato un simile linguaggio. Michelangelo disse al papa Giulio II: “L’autonegazione è nobile; l’autodidattismo benefico; l’autodominio virile; ma per l’anima veramente grande e ispirata sono tutte cose meschine e insulse in confronto con l’autoerotismo”. Brown, in una delle sue più recenti e belle poesie vi fa riferimento in un verso eloquente destinato a vivere fino alla fine dei tempi: “Tutti non riescono che ad amarla, tutti non sanno che lodarla”.
Questo hanno detto alcuni dei più illustri maestri di quest’arte rinomata, i suoi apologeti. Però i nomi di coloro che la condannano e la contrastano sono legione; costoro hanno postato forti argomenti e pronunciate aspre parole contro di essa, ma qui non c’è spazio per citarli con molti particolari. Brigham Young, esperto di incontestabile autorità, dice: “Paragonata con quell’altra cosa, è come la differenza tra la lucciola e il lampo”. Salomone ha detto: “Non è raccomandabile per nulla fuorché per il prezzo”. E Galeno: “E’ vergognoso degradare a un uso tanto bestiale quel grande e formidabile membro che noi, seguaci della scienza, soprannominiamo il Mascellare maggiore, quando pure lo soprannominiamo, il che accade di rado. Sarebbe meglio amputare l’osso frontale piuttosto che destinarlo a tale uso”.
Il grande statista Smith, nel suo rapporto al Parlamento, dice: “Secondo me si sono rovinati più ragazzi in questo che in qualsiasi altro modo”. Non si può negare che la grande antichità di quest’arte le meriti il nostro rispetto, ma nello stesso tempo credo che la sua pericolosità richieda la nostra condanna. Darwin ha dovuto con rammarico rinunciare alla sua teoria per cui la scimmia rappresenta il legame tra l’uomo e gli animali inferiori. Io credo che sia stato troppo frettoloso. La scimmia, a eccezione dell’uomo, è l’unico animale che pratichi questa scienza, quindi è nostro fratello: c’è tra noi un legame di simpatia e di relazione.
I sintomi di una eccessiva indulgenza verso questo micidiale passatempo si scoprono facilmente. Essi sono una tendenza a bere, a mangiare, a fumare, a incontrarsi convivialmente, a ridere, a scherzare, a raccontare storielle salaci e soprattutto un desiderio smodato di dipingere.
Di tutte le specie di rapporto sessuale questo è il meno raccomandabile. Come svago è troppo fugace; come occupazione è troppo logorante; come esibizione pubblica non rende. Non è adatto nei ricevimenti e, nella società raffinata, da tempo è stato messo al bando. Nei nostri giorni di progresso e raffinamento è stato a dir poco degradato a una fratellanza con la flatulenza. Oggi fra le persone educate questa arte viene praticata soltanto in privato sebbene – col consenso di tutti i presenti e quando siano solo maschi – sia ancora permesso nella buona società, eliminare il veto esistente a proposito del sospiro essenziale...
Il mio illustre predecessore vi ha insegnato che tutte le forme di “male sociale” sono cattive. Io vorrei insegnarvi che alcune di queste forme devono evitarsi più di altre. Sicché, in conclusione, vi dico: “Se volete sperperare sessualmente le vostre vite, non giocate troppo con una mano sola”. Quando sentite una sollevazione rivoluzionaria nel vostro sistema fate abbassare la Colonna Vendome in qualche altro modo ma non a scossoni.

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