7.4.10

Toulouse-Lautrec (Dal "Quaderno" di Leonardo Sciascia - "L'Ora" 12 dicembre 1964)

Toulouse-Lautrec

Quando uno scrittore, un artista, un poeta diventa personaggio – o per un particolare rapporto con l’ambiente e l’epoca in cui si è trovato a vivere o per la passionale e tragica declinazione della propria esistenza – è molto difficile sottrarre la sua opera alla suggestione che la sua biografia incute, e stabilire quindi un giudizio sereno, equo, distaccato sulle sue cose. E’ il caso, per esempio, di Federico Garcia Lorca: la cui poesia, nella considerazione dei più, viene a sovrastare quella di altri poeti della sua generazione – da Alberti a Guillén, da Aleixandre a Cernuda – che pure (e forse più compiutamente, dato che più compiutamente hanno percorso l’arco della vita) hanno espresso opere di poesia tra le più alte del nostro tempo. E credo sia anche il caso di Toulouse-Lautrec: la cui vita, la cui leggenda, i cui legami con un mondo che oggi accentra la nostalgia degli europei, cioè la Parigi fine secolo, hanno fatto sì che la sua pittura apparisse di una qualità e di una altezza che effettivamente non raggiunge. Riunite in una grande mostra, come quella che per ora si tiene a Parigi sotto gli auspici del Ministero per gli Affari Culturali, le sue opere consentono ai visitatori di formulare un giudizio di cui essi stessi si rammaricano e si amareggiano: Toulouse-Lautrec non era un grande pittore. Era un disegnatore eccellente, un grafico di straordinaria inventività e talento, un poeta delle affiches, dei cartelloni, dei programmi: ma un grande pittore proprio no. L’effetto di questa grande mostra è dunque quello di impoverire una leggenda, di farci un po’ sentire come defraudati, di irritarci. E perciò risulta in un certo senso più organica e sicuramente più gradevole la piccola mostra organizzata da una galleria privata al Quai Voltaire: una mostra che raccoglie trentasei pezzi, cioè tre piccoli dipinti e poi disegni, litografie, affiches sul tema “Elles” (da noi si direbbe “quelle”, cioè le donne di un particolare mondo, di una particolare condizione). Vi si ritrova il Toulouse-Lautrec più amato: quello che ognuno, spendendo da cento a cinquecento franchi, può portarsi a casa in originale; il Toulouse-Lautrec delle litografie e dei manifesti, dietro il quale ci si può illudere sia il grande pittore.

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