16.6.10

Il condono edilizio e la bolla di componenda.

La bolla di componenda è un libro di Andrea Camilleri, il più sciasciano dei libri dello scrittore empedoclino. Il titolo allude a un documento ecclesiastico che aveva la stessa funzione della cosiddetta “componenda”, l’accordo con cui alcuni governanti “civili” della Sicilia avevano garantito l’impunità per un crimine ancora da compiere, in cambio del versamento di un obolo adeguato al delitto. Insomma una sorta di indulgenza preventiva. Camilleri, nel libro, con sapida ironia, ritrova le tracce di un costume e insegue le tracce di un documento. Non racconto i particolari per non togliere il gusto della lettura a chi non conoscesse l’aureo libretto, costruito come un poliziesco.

Il libro di Camilleri mi è peraltro venuto in mente leggendo l’articolo di Sergio Rizzo, pubblicato sul Corsera di ieri, martedì 15 giugno 2010, dal titolo molto diretto Il condono? Si chiede prima dell’abuso. Rizzo documenta quanto già sospettavamo, che cioè la sanatoria edilizia del 2003, quella che il governo Berlusconi di allora presentò come “leggera”, conteneva una sorta di autorizzazione a delinquere. A comprovare l’abuso a volte basta poco: le fotografie aeree scattate dopo il 31 marzo 2003, termine ultimo per partecipare al condono, e prima dell’emanazione della legge. E di foto del genere se ne sono trovate in gran numero. L’articolo contiene la documentazione fotografica di alcuni abusi compiuti in fretta e in furia post legem, su cui poi venne richiesta la sanatoria. Uno è la costruzione in cima a uno stabile di via di San Vincenzo, a Roma, accanto alla Fontana di Trevi: lì nel 2004, come dimostrano gli scatti dall’alto, non c’era ancora nulla. Commenta Rizzo: “Valore economico di quegli 80 metri quadrati terrazzatissimi nel cuore della Capitale? Come almeno dieci appartamenti in periferia”. Un altro è stato scovato dall’obiettivo indiscreto fuori del Raccordo anulare, al Nord della città. Quattro costruzioni, come testimoniano le foto, apparse dal nulla nel 2005. Naturalmente è stata presentata domanda di sanatoria come se l’abuso fosse stato commesso entro il 31 marzo 2003.

Non si tratta però di episodi isolati. La Gemma, la società privata che gestisce le pratiche del condono edilizio del Comune di Roma, con lo stesso vizio ne ha trovate 3.713 su 28.072 domande di condono edilizio esaminate nei primi quattro mesi di quest’anno. E ci sono altre irregolarità: 6.503 costruzioni realizzate, sì, entro il 31 marzo 2003, ma in aree soggette a vincoli e 2.099 collocate addirittura nei parchi. Queste ultime non rientrano nella “componenda”, ma nessun problema, c’è chi sta pensando a una “sanatoria nella sanatoria”. Io credo che la si inserirà nel maxiemendamento che correggerà la manovra di Tremonti. So bene che il coraggioso ministro delle Finanze ha escluso ogni condono, ma l’esperienza mi dice che mente sapendo di mentire. Accetto scommesse.

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