11.6.10

Il ritorno del toscano. Mussi al Pantheon.

Arriva una bella notizia dalla manifestazione di Sinistra ecologia e libertà al Pantheon. Fabio Mussi, che aveva passato un brutto periodo per via di pesanti acciacchi e seri malanni del corpo, è guarito, di nuovo in piena forma. Mancavano nel sue breve intervento le battute e le battutacce d’un tempo, l’arguzia toscana che ha sempre caratterizzato la sua oratoria; ma riemergeva la grinta, la passione che lo spinse giovinetto ad andare controcorrente anche rispetto al grande partito in cui militava, il Pci. Ieri gridava un allarme: “Il Cavaliere bisogna fermarlo ora e non domani. Le sue non sono più battute di spirito, l’attacco riguarda il cuore della costituzione, articolo 1, 3, 21, 41. Arriva la legge bavaglio. Arriva una manovra che è con tutta evidenza contro il lavoro, la cultura e l’ambiente. Bersani, Di Pietro, Ferrari, amici e compagni di tutte le opposizioni, oggi siamo a manifestazioni separate, ma bisogna andare subito a un’unica grande manifestazione di tutte le opposizioni”. Mussi ha indicato due chiavi che caratterizzano il governo del Cavaliere rispetto ad altri paesi del mondo capitalistico: il venire meno di libertà e diritti fondamentali con la legge-bavaglio; la pervicacia nella salvaguardia di interessi proprietari ed affaristici perfino di fronte alla crisi. A questo proposito ha citato come esempi il ponte sullo stretto, lo scudo fiscale, ma soprattutto il crescere rapidissimo delle disuguaglianze: “Il 10 per cento delle famiglie più ricche detiene in Italia il 45% dell’intera ricchezza mobiliare e immobiliare. E’ possibile che ai ceti proprietari non si chieda neanche un modesto sacrificio”.

C’è però un tema che, secondo Mussi, non è scomparso solo in Italia, ma certamente in tutta Europa e riguarda la natura ed il carattere della crisi. “E’ ridicolo pensare – proclama Mussi - che le persistenti difficoltà dipendano soprattutto dalla piccola Grecia. Un’altra volta il mondo capitalistico entrò in una crisi che sembrava catastrofica per responsabilità del dominio della finanza. In America però ci furono un economista come Keynes e un presidente come Roosevelt, che contro l’ingordigia della finanza sostennero il lavoro e il rilancio della domanda e più tardi, nell’Europa del dopoguerra, si trovarono i partiti socialisti, socialdemocratici e comunisti che affermarono lo stato sociale e l’universalità dei diritti. C’è uno scompenso nel mondo: il lavoro produce ogni giorno per 150 miliardi di dollari, ma la finanza manovra trilioni e spesso distrugge la ricchezza prodotta dal lavoro. E’ tempo di controllare la speculazione finanziaria, a partire da uno strumento come la Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie”.

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