14.6.10

La poesia del lunedì. Pietro Ingrao.

Per Gaza

Guarda:

vedi come ostinate

tornano dal cielo le bombe fiorenti, e furenti

calano sulle strade,

spezzano corpi,

ardono case, testarde inseguono

gli stupiti fanciulli,

gridano

cantano l’inno alla morte

senza stancarsi mai…

Chi siete,

perché illuminate le notti,

insanguinate le vie:

perché siete in ansia

perché vi serve la strage degli innocenti

e forse disperate sull’esistere

tornate a cantare la gloria

dell’uccidere di massa,

affidate la pace alla morte… Voi

così senza speranza

se soltanto

l’assassinio di massa può assicurarvi la vita

e solo le maledizioni e le lacrime

possono difendervi.

E non vedete, non sperate

altra salvezza

per l’uomo e per il figlio dell’uomo

che la morte corale.

Voi che venite da un cammino di lagrime

e ora senza lume di tregua

seminate nuovo pianto innocente.

Da lontano

vi scrutiamo impotenti:

e null’altro sappiamo

che invocare da voi l’elemosina della pace.

Noi che veniamo da lotte di secoli

condotte per tutte le terre infinite di questo globorotondo

in cui dato a noi

fu di vivere,

e sembriamo ora

solo capaci

di educarci all’indifferenza.

O scrutare allibiti.

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Da “L’Unità” 9 gennaio 2009

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