Gli industriali, i ricchi, i conservatori di ogni tipo non amavano Flanklin Delano Roosevelt e non pochi tra di essi l’odiavano. Dal libro Pro e contro Roosevelt- dossier , Mondadori, 1972, ho recuperato una barzelletta su FDR e la testimonianza di un collaboratore del presidente del New Deal su una vignetta (fra le tante) che la stampa umoristica gli dedicò. (S.L.L.)
Il posto giusto
Un comitato cerca il posto adatto per erigere una statua a Roosevelt. Scarta l’idea di metterla vicino a quella di Washington perché costui “non aveva mai detto bugie”, vicino a Lincoln perché era conosciuto come “Abe l’onesto”, a Franklin perché “aveva i piedi per terra”. Alla fine decide di metterla accanto a quella di Colombo, l’unico che gli somigliasse. Perché? “Perché Colombo quando partì non sapeva dove andava, quando arrivò non sapeva dov’era e quando tornò non sapeva dov’era stato. E fece tutto con soldi presi a prestito”.
(Biblioteca Universitaria del Texas)
La parolaccia
Sulla parete della mia stanza (alla Casa Bianca) c’era l’originale di una vignetta apparsa su “Esquire”. Mostrava l’esterno di una villetta suburbana. Una bambina richiamava l’attenzione della mamma su una ragazzina che stava scrivendo qualcosa sul marciapiede con l’aria di fare un grande birbonata: “Guarda, mamma! Scrive una parolaccia”. La parola era Roosevelt.
(In Roosevelt and Hopkins di Robert Sherwood commediografo e collaboratore di Roosevelt)
Nessun commento:
Posta un commento