William Allen White (1868-1944) fu giornalista, scrittore e, soprattutto, editore di successo. Scrisse un’autobiografia da cui riporto questo brano che ho recuperato nella rivista divulgativa “Eco dal mondo” (http://salvatoreloleggio.blogspot.com/2009/11/eco-del-mondo-una-rivista.html) del maggio 1948. L’editore (nella foto), in viaggio a Londra con la moglie, i figli, la vecchia madre, aveva portato la famiglia ad assistere al grande corteo operaio del 1° maggio, quell’anno molto combattivo (S.L.L.).
Erano in marcia organizzazioni da tutta l’Inghilterra, dal Galles e dalla Scozia: lavoratori, contadini, braccianti, minatori, impiegati, la piccola gente dell’Inghilterra.
Marciavano cantando. Le bande strepitavano e vi tenevano passo migliaia di persone.
Per un’ora andammo su e giù lungo il corteo. Cominciai a vedere delle vecchie insegne che avevo visto nella Populist parade del Kansas; tra esse un’insegna viola, scritta in oro, che recava il motto di Jefferson: Diritti uguali a tutti – Privilegi speciali a nessuno. Quante volte mio padre lo aveva citato parlando di politica sui portici intorno alla vecchia casa nell’Eldorado!
Era troppo per me. Picchiai sulla spalla del vecchio autista del taxi e dissi: “Incolonnati dietro quella insegna se puoi".
Lo poté fare e quel taxi, carico di Kansas, vecchi e giovani, si incolonnò pian piano e seguì l’insegna per una buona mezz’ora. Eravamo tutti molto fieri di seguire quest’insegna jeffersoniana nella grande parata rivoluzionaria britannica.
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