10.8.10

Dai "Sonetti del Badalucco" di Gianni Celati. Sonetto 3

3. Di cosa è marcia questa patria trista? Scritto ad Angri, in casa di Enrico De Vivo, dopo una discussione sul marcio dell’Italia odierna

È marcia per mancanza di vergogna.
Qui è sempre in cattedra l’imbroglio fino,
qui vince sempre il cavalier furbino,
e il perdente si gratta la sua rogna.

Qui una faccia di bronzo apre il cammino
guidando il branco al suon d’una menzogna:
scroscia l’applauso in piazza ed è una gogna
che azzittisce il modesto cittadino.

Ah, se ancora di notte lui si sogna
la fratellanza umana il poverino,
dovrà aprire gli occhi sulla sua scalogna,
muto tra furbi, tra usurai tapino.

Che patria è questa, che vita in quintessenza?
Mi sembra il Terzo Reich dell’insolenza.

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