I convitati di Trimalcione stanno per entrare nella sala del banchetto ma, sulla soglia, uno schiavo veglia e li ammonisce, “Dextro pede”: “E tutti restiamo lì trepidanti, chè qualcuno non avesse per disgrazia a offendere il cerimoniale e dar malo augurio mettendo avanti il piede sinistro. E già avevamo alzato come un sol uomo il piede destro quando uno schiavo nudo ci si prostra adavanti e comincia a scongiurarci di salvarlo dalle frustate che lo aspettano […]. Ritiriamo dunque il piede destro e torniamo nell’atrio dal tesoriere […] a pregarlo di far grazia allo schiavo”. E’ risaputo, da usanze molteplici e di tutti i tempi, che la destra è favorevole e la sinistra sfavorevole, riservata ai riti coni, funerari demoniaci e magici. In questo dualismo costante, il piede destro si oppone al sinistro così come la mano destra alla sinistra. Alzarsi col piede sinistro è tuttora di cattivo augurio. L’imperatore Augusto credeva a tale presagio: raccontava di aver calzato il piede sinistro per primo nel giorno in cui rischiò di morire in una rivolta militare, e diceva che mettere il calzare destro sul piede sinistro è di cattivo augurio. E’ col piede destro che ci s’incammina. Si entra nei luoghi sacri dalla destra, e si lasciano dalla sinistra. Entrando nel triclinio col piede destro, i convitati ne allontanano ogni presagio infausto.
---
Da A tavola con i Romani di Waldemar Deonna e Marcel Renard, Pratiche Editore, 1994. Prima edizione Bruxelles 1961
Nessun commento:
Posta un commento