Propongo qui il breve editoriale che Valentino Parlato ha dedicato il 4 agosto su "il mannifesto" alla morte di Elvira Sellerio. Assai più che un coccodrillo. (S.L.L.)
È morta ieri a Palermo Elvira Sellerio, grande amica de “il manifesto”, ma soprattutto dalla marginalizzata Sicilia grande protagonista della cultura italiana. La sua è stata e speriamo che lo sia ancora una delle più vive case editrici di questa difficile stagione. Sciascia, Bufalino, Camilleri, Tabucchi sono stati i prestigiosi autori ai quali lei ha contribuito a dare successo e diffusione. Il miracolo Camilleri (Camilleri non se ne dispiaccia) forse senza di lei non sarebbe stato possibile in questa confusa editoria italiana.
Ma il merito più rilevante di Elvira è stato quello di dimostrare che la Sicilia non è solo corruzione, mafia, che la Sicilia può produrre cultura. Prima della Sellerio c'era (c'è ancora) Flaccovio, ma Elvira è andata oltre, ben oltre.
La domanda che mi pongo e che pongo a chi in Sicilia vuole fare politica innovativa è la seguente. Che cosa, la Regione innanzitutto, ma le forze politiche e culturali prenderanno o no qualche pubblico impegno a dare continuità e sostegno all'opera di Elvira? Temo proprio che ci sarà soltanto un funerale estivo e poi le varie parti penseranno solo a come conquistare maggior potere a cominciare dal prossimo settembre. Ciechi e ottusi che non capiscono che il lavoro di Elvira è fondamento di potere, di un potere antitetico a quello clientelare e mafioso che oggi ancora trionfa. La morte di Elvira pone una sfida a tutti i siciliani e anche al nostro «manifesto».
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