3.8.10

Il fascista che comprava "il manifesto".


C’era a Perugia negli anni della contestazione - raccontano i testimoni - un giovane meridionale di estrema destra che riusciva assai meglio nello scontro con i ragazzi di sinistra che negli studi. A una certa età, dovendo scegliere un posto di lavoro, scelse quello che in tempi lontani il regime assegnava ai “volontari” tornati dalla guerra di Spagna: il bidello. Dopo qualche anno, in un paesino non lontano dal capoluogo umbro, gli toccò come preside uno che da giovane era tra quegli studenti comunisti che per nulla amava.
Un fascista – si sa – non si limita a credere e a combattere, deve anche obbedire. In quella scuola l’autorità era, purtroppo per lui, quel preside, che per di più ne approfittava. Quando, tutte le mattine, lo mandava a comprargli “il manifesto”, mai osò dire che non rientrava nelle sue mansioni, ma si limitò a lamentarsi con l’edicolante: “Quello stronzo!”.
Questa storia a me che ne conosco i personaggi pare verosimile, e due colleghi insegnanti me l'hanno raccontata come vera, ma non è detto che lo sia. L’immagine qui sopra non illustra il post, ma lo decora, rimandando a un certo mondo e a una certa storia.

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