30.8.10

Libertà di stampa. Pietro Nenni ricorda.

Ricordo gli ultimi anni di vita dell’ “Avanti!” dall’avvento della dittatura fascista fino alla soppressione della stampa di opposizione nel 1926. Nelle situazioni disperate – e ogni giorno portava motivi di disperazione – andavo a bussare alla porta delle cooperative di consumo di Milano o di Torino, a quelle di Nullo Baldini a Ravenna o di Massarenti a Molinella, in casi estremi alla “Garibaldi” di capitan Giulietti e qualche biglietto da mille (le mille di allora!) si racimolava sempre. Le sottoscrizioni erano anche – e sono ridiventate per la stampa di alcuni gruppi di estrema sinistra – un fatto politico: intere pagine di nomi e cognomi a sfida del potere; la sottoscrizione al posto dell’articolo di fondo come risposta a chi ci voleva morti. Sono metodi da ristabilire su più vasta scala. Sono una forma di partecipazione alle lotte sociali e politiche. Sono, a modo loro, un terreno di competizione civile.

In Intervista sul socialismo italiano a cura di Giuseppe Tamburrano, Laterza 1977

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Postilla

Questa testimonianza, e la considerazione politica che la conclude, dall'intervista di Nenni a Tamburano, assai bella, le propongo come viatico per la nuova, decisiva prova che da settembre affronterà "il manifesto" nella speranza che non finisca come finì allora. Sono parole di un grande giornalista, forse il più grande giornalista di sinistra del 900 (ma con Pintor è una bella gara!).


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