30.9.10

Dalle "Rimerie" di Nuccia Martire. Tre poesie.

Nuccia Martire lavorava al banco lotto di piazza Cavallotti a Perugia. Giocavo anch’io al lotto e m’era simpatica. Comprai da lei le sue poesie appena uscite, nel 1996, in un volumetto dal titolo Rimerie, rigorosa “autoedizione” stampata alla DIEMME di Bastia. Poi l’ho persa di vista.
Seppi che dal banco lotto l’avevano cacciata. A una vecchietta che si giocava la povera pensione e si condannava alla fame per un mese intero aveva osato suggerire moderazione, ma costei s’era adirata e l’aveva accusata al padrone. Il gestore era comunista, del Partito Comunista Internazionalista fondato da Amedeo Bordiga, ma l'aveva licenziata senza alcuna pietà, perché apprendesse a proprie spese come funziona la lotta di classe.
Ho ritrovato oggi il libretto e l'ho trovato prezioso. Come racconta nell’ironica e amara Autopresentazione Nuccia aveva tentato di far pubblicare le sue poesie da un editore specializzato, ma aveva alla fine rinunciato: sospettava interessate le sperticate lodi della “proposta d’edizione” riportata nel volumetto. L’autopresentazione in questione è tutta da leggere, un capolavoro di innocenza e di stile: ci parla del nostro tempo disperato e disperante, della condizione della poesia, del coraggio che occorre nell’accettare questo “dono” che è poi anche una condanna. Qui cito solo un passaggio, esemplare: “Le Rimerie hanno il solo pregio di non aver presunzioni, se non quella, che poi è esclusivamente mia, d’avermi aperto una strada che non so dove potrà condurmi”.
Ai visitatori del blog propongo, ribattendole una dopo l’altra, tre poesie, ma suggerisco agli appassionati e alle appassionate di leggere tutto il libretto, anche se non so dove possano procurarselo. Una copia – l’ho appreso dalla rete – se ne trova come documentazione nella sede del Comitato Internazionale 8 marzo, nella casa delle associazioni, in via della Viola 1, a Perugia. Si può tentare di leggerlo lì, facendo alla bisogna qualche fotocopia. (S.L.L.)

III
Ma le rivoluzioni, quelle vere,
le abbiamo fatte noi altri
sulle barricate, sulla nostra pelle
le abbiamo fatte
nella camera da letto di Carlotta
che aveva un orsacchiotto
con un enorme cuore tra le mani,
un orsacchiotto col naso rotto
coperto da un cerotto.

Non era tempo per imparare
bisognava battagliare
comprare pesci rossi
perdersi nei dettagli
e fare in modo
che tutto ridiventasse confuso,
bisognava litigare
con chi ti voleva ingegnere,
avvocato, architetto
o comunque un fesso laureato
per poter scrivere sulla porta
       “DOTTORE”
e vivere contento.

E di domenica
si pensava a
“cosa farò da grande”
e ora siamo stufi della domenica
       (non che gli altri giorni
        siano migliori
        ma almeno non hanno
        la presunzione della domenica!)
e siamo grandi, troppo
e io ho scelto di non scegliere
e continuerò a battagliare
contro i mulini a vento
rinunciando per sempre
a vivere contento
e giocherò a fare il bambino
a ingannare certezze
a ritemprare speranze
a comprare pesci rossi
per l’orsacchiotto con il naso rotto

E mi sentirò fiero
di non essere uno dei tanti furbi.
-

VII
Io quella lettera
l’avevo scritta per farti sapere
che mi sono svegliato tardi
e che sotto ai piedi
m’è già franata la vita.
-

XIII
In una sera
di mille sere fa.

Nella camera trentanove.

Ad un minuto dall’amore.

Alla grande.

Ho avuto a che fare con te.

E sono vivo per miracolo.

    

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