25.9.10

Non alzate lo sguardo sugli ulivi. Una poesia contro la mafia di Paolo Ottaviani.

Due grandi tendenze sembrano confrontarsi, fin dalle origini, nella lirica italiana, la linea sperimentale ed “espressivista” che fa capo a Dante e la linea classicista ed aristocratica che s’origina dal Petrarca. Paolo Ottaviani (nursino d’origine, perugino d’elezione) ha scelto la prima, la meno seguita. Negli ultimi anni il suo lavoro poetico si è fatto particolarmente ricco e vario. Se Geminario (2007) volutamente si connetteva, nel suo “bilinguismo”, a certe esperienze trobadoriche ed alla lirica arcaica del centro Italia, le “trecce” del suo ultimo (premiatissimo) libro  sono una struttura metrica che, nel vario suo movimento, consente a Ottaviani di alternare le rime “dolci e leggiadre” a quelle “aspre e sottili”. Più di recente il nostro poeta si è cimentato con l’haiku, l’affascinante (e difficile forma) poetica d’origine giapponese che meritò l’attenzione critica di Roland Barthes. Di questa ricerca, insieme faticosa e felice, non mancherò di offrire qualche risultato esemplare nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Qui propongo invece una “poesia civile” di Ottaviani, inedita, una invettiva dal sapore dantesco (il Dante delle rime “chiocce”) contro le mafie. A me è sembrata molto bella. (S.L.L.)   
Non alzate lo sguardo sugli ulivi
nati da putridi ventri di cagne
sepolti nei cunicoli con bibbie
e santini la terra ha mille occhi
e vi guarda la terra vi conosce
là affondano gli ulivi radici
radiose di sole cui nulla sfugge
non abbassate gli occhi sulla terra
la terra vi conosce e mai dimentica.

1 commento:

  1. sono molto affascinato dal modo d'intendere la parola che domina questa poesia. la capacità di concentrare e caricare tutto il senso in singoli lessemi è cifra di un grande lavoro. un lavoro fatto con i giusti strumenti

    - Sebastiano Adernò -

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