Elvira Sellerio |
Davanti al teatro Morlacchi un grande manifesto annuncia il prossimo spettacolo della stagione di prosa. Si tratta di Diceria dell’untore di Gesualdo Bufalino, per l’adattamento teatrale e la regia di Vincenzo Pirrotta che è anche, credo, uno dei protagonisti sulla scena. Lo spettacolo è prodotto dal Teatro stabile di Catania e andrà in scena qui a Perugia dal 24 al 28. La messa in scena di un romanzo d’amore, morte e decadenza, il cui ingrediente migliore è la lingua inusuale, baroccamente fastosa, mi pare una grande sfida. Proverò ad andare a vederlo. Chissà se è tuttora in vigore il last minute che avevano inventato l’anno scorso, il metà prezzo per gli ultimi posti rimasti.
In ogni caso devo far notare nel poster una cosa che proprio non va. Per il libro Diceria dell’untore viene indicato come editore Bompiani, che invece ne è soltanto il “rieditore”. Fosse stato per l’ottimo Valentino quel grande libro sarebbe forse rimasto un prezioso manoscritto.
Fu piuttosto l’insistenza di Leonardo Sciascia, anche sul titubante Bufalino, e fu soprattutto il coraggio controcorrente di Elvira Sellerio, grande editrice e grande siciliana, a far sì che quello strano libro fuori tempo e fuori luogo, quel piccolo capolavoro vedesse la luce. Immagino le giustificazioni di Pirrotta: io avevo l’edizione Bompiani, quella Sellerio non la si trova più. Giustificazioni inaccettabili. Non si può togliere alla signora Elvira, di recente scomparsa, il merito di quella pubblicazione. A ciascuno il suo – direbbe, tra gli altri, Leonardo Sciascia.
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