13.12.10

La poesia del lunedì. Evgenij Aleksandrovič Evtušenko (n.1933)

UOMINI
Non ci sono uomini poco interessanti.
Sono i loro destini storie di pianeti.
Tutto, nel singolo destino, è singolare
e non c’è un altro pianeta che gli somigli.
Ma se qualcuno è vissuto inosservato
- e di questo si è fatto un amico -
tra gli uomini è stato interessante
anche col suo passare inosservato.
Ognuno
ha un mondo misterioso
tutto suo.
E in esso c’è l’attimo più bello
e l’ora più angosciosa,
solo che noi non ne sappiamo niente.
Se muore un uomo,
con lui muore
la sua prima neve, il primo bacio,
la sua prima battaglia…
E tutto egli porta via con sé.
Restano, è vero, libri e ponti.
Macchine e quadri. E’ destino
che molto rimanga, eppure
qualcosa se ne va lo stesso.
E’ la legge di un gioco spietato:
non muoiono uomini,
ma interi mondi.
Ricordiamo gli uomini, terrestri e peccatori.
Ma, in sostanza, che ne sapevamo di loro?
Che ne sappiamo di fratelli e amici?
Che ne sappiamo del nostro unico amore?
E anche di nostro padre, sapendo tutto,
noi non sappiamo niente.
Gli uomini passano…
Ed è impossibile richiamarli in vita.
Impossibile risuscitare i loro mondi misteriosi.
Ma ogni volta desidero ancora
gridare
per questa irrevocabilità.

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