La Rete@Sinistra ( http://www.reteasinistra.it/ ) associa gruppi locali e persone di sinistra che nella diaspora seguita alla disfatta dell’Arcobaleno e alla scissione di Rifondazione hanno rifiutato di stare di qua o di là, ma tra Ferrero e Vendola hanno scelto un impegno autonomo, di base, distinto ma non separato.
L’impianto politico-culturale – lo dico con l’inevitabile semplificazione – è basista. Questi compagni sono assolutamente consapevoli che la nuova sinistra possibile ha bisogno di esprimersi in un soggetto politico, in un partito, ma diffidano dei piccoli apparati che sia nella Fed che in Sel si sono riprodotti e ritengono che la ricostruzione debba affidarsi soprattutto ad una iniziativa locale, ma nazionalmente coordinata, che non separi l’elaborazione dall’impegno militante e valorizzi la democrazia di base, anche utilizzando le risorse della rete.
L’impianto politico-culturale – lo dico con l’inevitabile semplificazione – è basista. Questi compagni sono assolutamente consapevoli che la nuova sinistra possibile ha bisogno di esprimersi in un soggetto politico, in un partito, ma diffidano dei piccoli apparati che sia nella Fed che in Sel si sono riprodotti e ritengono che la ricostruzione debba affidarsi soprattutto ad una iniziativa locale, ma nazionalmente coordinata, che non separi l’elaborazione dall’impegno militante e valorizzi la democrazia di base, anche utilizzando le risorse della rete.
Essi pensano che la moltiplicazione dei partitini abbia esasperato leaderismo, verticismo e carrierismo e che vadano radicalmente ripensate e rifatte le forme della politica, a sinistra e non solo a sinistra. Propositi ottimi, sebbene a volte cozzino con una pratica un po’ asfittica e da “vecchie glorie” (anche per la debolezza della forze) e con qualche residuo settarismo.
Mi pare valido e importante questo documento sulle elezioni (forse imminenti) e sulle primarie con cui la rete si rivolge ad un’area più vasta di militanti, sciolti o associati. Trovo convincente non solo il dichiarato appoggio a Vendola, ma le motivazioni e le intenzioni che lo accompagnano. (S.L.L.)
Rete@Sinistra su elezioni, coalizioni, primarie e Vendola
Le probabilità che, per una ragione o per un’altra, per implosione della maggioranza, per gli scandali o per l’ennesimo tentativo di rivincita di Berlusconi, si vada ad elezioni anticipate, pone tutte le forze politiche e sociali che in questi anni hanno fatto opposizione a misurarsi con questa scadenza. Sappiamo già in anticipo che non sarà un terreno particolarmente edificante ed entusiasmante (cartelloni e spot pubblicitari, sprechi e insulti, bugie e promesse…), ma non possiamo rimanere indifferenti.
Per parte nostra, che è quella di una rete di associazioni e movimenti impegnati da tempo nella costruzione di un soggetto politico radicalmente nuovo di una sinistra rinnovata nei metodi e nei contenuti, pensiamo che sia giusto chiedere e lavorare affinché venga approntata una coalizione elettorale il più larga possibile, plurale e aperta ai movimenti che in questi anni hanno concretamente contrastato le scelte antipopolari del governo delle destre.
Se le opposizioni riconosceranno nella FIOM (e nei movimenti ad essa collegati) il baricentro dell’Italia che può risorgere dalle macerie cui l’ha ridotta il berlusconismo, la 'vittoria' più che dimezzata di Marchionne nel ricattatorio referendum di Mirafiori potrebbe inaugurare la Caporetto anche di Berlusconi
Quindi una coalizione senza pregiudiziali se non quella di essere alternativa alle destre berlusconiane e leghiste ( e a Marchionne). In questo senso ci pare francamente impensabile che le sinistre in Italia possano coalizzarsi con il nuovo centro di Fini e Casini, seppure sotto il ricatto di perdere il premio di maggioranza (in caso che il “primo Polo” dovesse superare il “secondo polo”) e su contenuti di governo parziali e limitati. A noi pare che una coalizione con il nuovo centro sia impossibile perché ancora oggi Fini e Casini non escludono la costruzione di un governo con il Pdl (seppure senza Berlusconi presidente del Consiglio. Per la presidenza della Repubblica si potrà vedere!).
Pensiamo quindi che il Pd, anche alla luce dello straordinaria risposta dei lavoratori di Mirafiori al ricatto di Marchionne, debba sciogliere l’ambiguità centrista (Marchionne come eroe moderno, Fini come antifascismo istituzionale, Casini e Binetti come difensori della laicità…) e predisporsi a lavorare a una coalizione elettorale larga e partecipata.
Siamo comunque coscienti che si tratta di una operazione non scontata e di difficile comprensione da parte di quanti in questi anni hanno maturato giudizi giustamente liquidatori nei riguardi di esperienze politiciste di aggregazione dall’alto delle sinistre (progressisti, ulivi, arcobaleni, ecc.). Per di più appaiono incomprensibili e deprimenti le gelosie e diffidenze tra i vari partiti e partitini, portati oramai a preferire il fallimento di tutti piuttosto che il successo dell’alleato.
Ciò nonostante è necessario ritentare e ritentare.
Oggi abbiamo un’opportunità in più per tentare di rimotivare scettici, scoraggiati e disillusi che inevitabilmente ingrossano le file dell’astensionismo: le primarie.
Le primarie potrebbero costituire un elemento di chiarezza e di coinvolgimento dei potenziali elettori del centro sinistra.
Come già l’esperienza della Puglia, di Milano, di Bologna dimostrano, le primarie danno la possibilità di praticare nuovi spazi di coinvolgimento e partecipazione attiva non solo nella scelta della leadership ma anche in quella di idee e programmi. Sappiamo che sono una concessione alla spettacolarizzazione della politica, ma possono essere utilizzate per superare l'abisso che oggi separa società e politica, uno strumento per dar voce anche a chi è fuori dai partiti (e che anzi li individua come uno degli ostacoli oggi esistenti).
Per queste ragioni e con queste motivazioni sosteniamo Nichi Vendola.
E’ un appoggio che viene dalla società civile e della cittadinanza attiva estraneo a qualsiasi logica di potere di apparato e di scambio.
E’ un appoggio che viene dalle piazze che in questi anni sono rimaste senza rappresentanza (nemmeno da parte forze politiche parlamentari di opposizione).
E’ un appoggio ad un linguaggio nuovo che riesce a smuovere emozioni e accendere energie, che non lascia gli spettatori passivi.
E’ un appoggio “non contrattato” e non contrattabile, perché, come dicevano i giovani dell’Onda, la società civile non è rappresentabile da nessun’altro se non da sé stessa.
E’ un appoggio disincantato, nel senso che sappiamo bene come anche Vendola debba rispondere a logiche istituzionali e di governo mediatorie ed è per questo che non deleghiamo a lui la nostra “salvezza”, ma diciamo già ora che – comunque dovessero andare prima le primarie e poi le elezioni – non abbasseremo la conflittualità sociale che siamo capaci di suscitare.
E’ un appoggio perché crediamo che la sua candidatura, più di quella di altri, possa aprire spazi pubblici e offrire interlocuzioni ai gruppi, alle associazioni, ai movimenti della cittadinanza attiva.
Infine, appoggiamo Vendola perché pensiamo che le primarie possano creare le condizioni per iniziare e continuare un lavoro di ricostruzione di un soggetto politico nuovo delle sinistre che non riguarda solo, né principalmente, il momento elettorale. Riguarda il fare politica e il fare società. La costruzione di spazi pubblici e corpi intermedi. Nuovi. Riguarda la ricostruzione di una sinistra all'altezza dei disastri. Non cerchiamo un leader carismatico che ci rappresenti, né il segretario di un nuovo vecchio partito che ci organizzi. Non chiediamo a nessuno, nemmeno a Vendola, di fare per noi il lavoro di costruzione di una diversa soggettività politica.
Perfettamente d'accordo, Salvatore, dove posso collegarmi con il gruppo?
RispondiEliminaGloria