La ricetta che segue riguarda un dolce carnevalesco con ampia diffusione in Italia e diversi nomi, le frittelle dolci a base di latte. Ma la ricetta di mia madre, Liliana Genovese, che pubblico qui come anteprima di un suo libro, è davvero un capolavoro nella sua semplicità. Ed è venuta bene persino a me, che sono negato per i dolci.
Queste frittelle la mamma le faceva insieme a me e Vittorio in certi pomeriggi freddi, ma non proprio a Carnevale che era il tempo delle sfinci, a base di uova o di patate, con il miele. Allora, molto impropriamente, le chiamavamo "biscotti di latte". Avevano forma di bastoncino, non di braccialetto, ma erano buoni come adesso.
Poi, con gli altri più piccoli fratelli, si affermò il nome di Tatamé, di cui ignoro l'origine. Secondo mio fratello Piero qualcuno, dalle nostre parti, in Sicilia, le chiama anche Totomé. E se lo dice l'avrà sentito dire. (S.L.L.)
E’ un’antica e tradizionale ricetta che mia nonna faceva qualche volta anche la domenica, quando c’era la guerra.
E’ facile. Prendete 25 cl di latte e versatelo in una casseruola insieme ad una uguale quantità di acqua. Aggiungete una noce di strutto e un pizzico di sale. Preparate intanto 300 gr di farina 00 setacciata all’istante.
Mettete sul fuoco la casseruola e poco prima che vada in ebollizione aggiungete in un sol colpo tutta la farina, levate dal fuoco e mescolate in fretta per non far creare dei grumi.
Rimettete sul fuoco e mescolate fino a quando la pasta si stacca dalle pareti e diventa una palla.
Versate l’impasto in una terrina, fate freddare un po’; poi aggiungete un primo uovo e amalgamate bene, poi il secondo, sempre a mescolare e un cucchiaio di zucchero e un pizzico di cannella se piace.
Adagiate l’impasto su un ripiano, meglio di marmo o granito, unto con un po’ di olio e fatene come dei braccialetti spessi quanto un dito. Io faccio un rotolone grande schiacciato, lo taglio a fettine con il coltello e le faccio rotonde, un bastoncino spesso come un dito. Poi chiudo ad anello.
Mettete in padella con olio di arachidi bollente e profondo e, una volta in padella, abbassate la fiamma perché i tatamè dovranno cuocersi dentro. Gonfieranno. E una volta dorati e tolti dall’olio sono buonissimi con zucchero a velo o miele.
In effetti ho fatto una piccola ricerca e ho scoperto che si chiamano anche Totomè.
RispondiEliminaOttima la foto. La utilizziamo nel libro, mandamela!
RispondiEliminaLa ricetta dei Totomè è completamente diversa perché negli ingredienti ci sono solo latte,Zucchero,scorzetta di limone, farina e cannella.
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