28.7.11

La portinaia è morta (da "Morte a Credito" di Louis-Ferdinande Céline)

E' l'incipit del secondo tra i grandi romanzi di Céline, Morte a credito del 1936, edito da Garzanti nella classica traduzione di Giorgio Caproni (1964).
Eccoci qui, ancora soli. C'è un'inerzia, in tutto questo, una pesantezza, una tristezza... Fra poco sarò vecchio. E la sarà finita, una buona volta. Gente n'è venuta tanta, in camera mia. Tutti han detto qualcosa. Mica m'han detto gran che. Se ne sono andati. Si son fatti vecchi, miserabili e torpidi, ciascuno in un suo cantuccio di mondo.
Ieri la signora Bérenge, la portinaia, è morta. Si sta schiodando dalla notte un gran temporale. Quassù in cima dove siamo noi il casamento trema. Era una cara e gentile e fedele amica. Domani la sotterreranno in Rue des Saules. Era proprio vecchia, allo stremo della vecchiaia. Io gliel’avevo detto fin dal primo giorno che s’era messa a tossire: “Non si sdrai, soprattutto!... Se ne resti a ceccia nel suo letto!” Non ero affatto tranquillo. E infatti ecco qua… E infatti al diavolo…
Mica l’ho praticata sempre, ‘sta merda di medicina. Ora glielo voglio proprio scrivere ch’è morta, la signore Bérenge, a tutti quelli che m’han conosciuto, che han conosciuto lei. Ma dove saranno?

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