28.7.11

Uno scherzo (da "I seni più belli del mondo" di Roland Topor)

Vincent scagliò una scarpa contro la porta della cucina mandando il vetro in mille pezzi.
“Bisogna che mi sposi se no divento matto”.
Quando arrivò Singleton glielo disse.
“Conto su di te per presentarmi una fidanzata. Mi van bene tutte: giovani, belle e intelligenti. Una ragazza che abbia il senso dell’umorismo, capisci?”.
“Chiaro”, fece Singleton.
Poi parlarono di cocktail.
La domenica seguente Singleton telefonò a Vincent.
“Vieni al Jardin des Plantes, davanti al Museo di storia naturale, ti presenterò tua moglie”.
“Arrivo subito”.
Era deliziosa. Esattamente come Vincent l’immaginava: simpatica, carina, con una punta di tristezza nello sguardo. Niente affatto stupida. Singleton fu impeccabile.
“Maud, tuo marito. Vincent, tua moglie”.
Si strinsero la mano ridendo. Per farla breve , cominciarono a uscire insieme, a scambiare battute, poi idee, a tenersi la mano passeggiando, a baciarsi, a fare l’amore, poi finirono per sposarsi e guardare la televisione sgranocchiando noccioline.
Una sera, mentre stavano giocando a carte, Maud disse semplicemente: “Adesso basta”.
“Basta cosa?”, chiese Vincent giocando un asso.
“Tu, io, questa storia. Ti voglio bene, Vincent, ma non ti amo. E’ uno scherzo, capisci?”.
“Continua”.
“Sai com’è Singleton, un bambinone. Ci ha presentati come marito e moglie. Era divertente. Non ho voluto rovinargli la favola. Ma adesso basta. Non era che uno scherzo”.
“Ne dubitavo”, sospirò Vincent.
Aprì un cassetto, tirò fuori una pistola puntandosela alla tempia.
“No!”, gridò Maud.
L’esplosione suonò come una pernacchia.
“Non prendertela”, spiegò Vincent, “è una rivoltella-giocattolo. Anch’io adoro gli scherzi”.
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P.S.
Da “I seni più belli del mondo” (Feltrinelli, 1989) ho già postato un fulminante raccontino, cui rimando:

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