28.9.11

Le scienze e il caso (di Enrico Bellone)

Su “Le Scienze” n.468 di agosto 2007, Enrico Bellone, in un suo breve intervento, ragiona dei fondamenti della biologia e delle questioni culturali che vi si connettono. Senza toni aggressivi l’articolo denuncia argomenti e pericoli di un nuovo oscurantismo. Lo posto anche per ricordare Bellone, scomparso in aprile, una grande figura di scienziato serio e schivo e di problematico divulgatore di scienza anche nel suo ruolo di direttore della versione italiana di “Scientific American”. (S.L.L.)
Enrico Bellone
Se dite che il nostro pianeta ospita moltissime forme di vita, nessuno solleva dubbi. I dubbi invece s'affollano quando si cerca un significato del termine «vita», o si discute di come la «vita» abbia avuto origine e si sia evoluta. Quante persone potrebbero condividere la tesi di Richard Dawkins secondo cui la «vita» sarebbe emersa quando accidentalmente si formò una qualche molecola dotata della capacità di generare copie di se stessa in un ambiente variabile.
Lo scarso consenso culturale attorno a questo punto di vista - o ad altri più o meno simili - dipende da due fattori. Il primo nega che la «vita» sia un problema di chimica, e il secondo dice no all'ipotesi che la vita - e quindi l'uomo - sia il frutto del caso. Tornerò in chiusura sul problema del caso: ora mi preme far notare al lettore che sulle frontiere della ricerca si stanno comunque affacciando nuovi indizi sulle origini delle forme viventi e sulla loro evoluzione.
Indizi nuovi, certo. Nell'articolo Le origini della vita, Robert Shapiro espone alcune interessanti critiche alle tradizionali teorie centrate sulla genetica, e sostiene i pregi di linee di ricerca alternative. Suggerisce di non concentrarsi solo su DNA o RNA, ma di prestare più attenzione alla termodinamica di molecole di piccole dimensioni. Forse queste ultime sono state in grado di formare isole primordiali di vita, capaci di evolvere lungo direttrici diverse e di competere per le materie prime presenti nell'ambiente.
L'appello alla termodinamica è quasi ovvio, nella prospettiva di Shapiro: un aggregato di molecole è «vivo» se costituisce «un'isola» in cui si realizza, localmente, una crescita dell'ordine. Ipotesi ardite e poco tradizionali, come si vede, ma sempre collocate in una concezione darwiniana che vorrebbe tener conto anche delle possibilità di vita al di fuori della Terra.
E qui le righe di Shapiro si legano a quelle che Sushil Atreya dedica a Titano, il maggiore dei satelliti in orbita attorno a Saturno. Un legame sottile, che ci fa vedere come sia ragionevolmente analizzabile la congettura in base alla quale il metano esistente su Titano - su Marte, o sulla Terra - ha origini biologiche. Il che rinvia a ipotetici aggregati molecolari della vita, basandosi non solo su problemi tradizionalmente riferibili al DNA o all'RNA, ma a precursori più elementari delle molecole biologiche vere e proprie.
Il caso è sempre protagonista in queste vicende, e, come è noto, riguarda anche l'origine di noi umani. Come argutamente scrisse Jacques Monod, insomma, «il nostro numero è uscito alla roulette». Ma molti sollevano un'obiezione: come è possibile pensare davvero che l'azione del caso abbia prodotto sia i batteri sia Shakespeare? Stiamo attenti: ciò che nel senso comune rinvia al caso, in matematica rinvia invece al calcolo delle probabilità. E nulla di irrazionale o di disumano risiede in quest'ultimo.
È passato più di un secolo da quando si è capito sino in fondo che il calcolo delle probabilità è un capitolo razionale della matematica, e che, di conseguenza, non si compie alcuna rinuncia conoscitiva quando lo si usa per descrivere sistemi complicati. Lo studio della vita e delle sue origini è, in questo senso, esemplare.
Ma forse non è solo la roulette di Monod a sollevare incredulità. Forse si fatica ad accettare che la vita sia un processo materiale, e si preferisce invece credere che la ragione scientifica si debba fermare di fronte ai misteri dei corpi viventi. Come nel Seicento, quando si decise che la scienza doveva fermarsi di fronte al mistero dei corpi celesti.

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