Quel che segue è la trascrizione puntuale da un articolo di prima pagina della “Gazzetta piemontese” del 21 Novembre 1889, che ho recuperato dal magnifico archivio digitale che “La Stampa” di Torino (erede di quel quotidiano) ha messo da qualche mese a disposizione degli internauti. E’ la notizia di un disastro ferroviario, grave, ma non eccezionale. Al momento dell’articolo i morti erano solo un paio, ma non mancavano feriti in pericolo di vita. La cosa più curiosa m’è sembrato il titolo, con il riferimento ai quaranta milioni in pericolo (ma poi salvati) e neppure un accenno alle vittime.
Il servizio è composto di tre parti: la notizia, un suo aggiornamento telegrafico qualche ora più tardi, i particolari desunti dalla stampa genovese, presente con suoi cronisti. Ne vengono fuori figure e immagini suggestive: un poliziotto caduto e uno ferito nella sorveglianza a una cassetta di banconote, il solerte ispettore coi bernoccoli, il sostituto del capo stazione studioso e operoso, la falsa manovra e l’addetto agli scambi, curiosamente chiamato “guardia eccentrica” o “guarda-eccentriche”, sparito. Non sono mai stato convinto della teoria – cara alla storiografia positivistica – che il documento possa “parlare da sé” e mi pare oramai indiscutibile che ogni “documento è un monumento”, che cioè contiene sempre un punto di vista, un messaggio di parte, che lo storico deve sottoporre a critica rigorosa nella sua ricerca. Ma il fascino di quest’articolo sta proprio nell’essere un monumento, come quelli che andiamo a visitare da turisti, nel trasudare dall’inizio alla fine, dal titolo cinico al finale concitato, l’ideologia dell’Italia unita, monarchica e massonica del secondo Ottocento. (S.L.L.)
Lo scontro di due treni
A RAPALLO
Quaranta milioni in pericolo
GENOVA (Nostro telegr. – Ed. sera), 20, ore 1,50 pom. – Si ha notizia di un altro grave disastro ferroviario avvenuto questa notte sulla Genova-Pisa. Un treno-merci era fermo in quella stazione, ove è stabilito che deve avvenire l’incrociamento dei treni. Causa un falso scambio, il treno-viaggiatori 153, diretto a Pisa, veniva introdotto sullo stesso binario su cui si trovava il treno merci.
Il treno viaggiatori procedeva con velocità moderata; tuttavia l’urto fu violento ed ebbe gravi conseguenze. Entrambi i treni rimasero danneggiatissimi e la linea ingombra. Si hanno a deplorare varie vittime. C’è una guardia di P.S. morta e sono gravemente feriti il capo-conduttore, il quale è moribondo, due frenatori, un’altra guardia di P.S. e due viaggiatori. Vi sono poi altri dieci feriti leggeri.
Sul treno viaggiava una cassa di valori, proveniente da Torino e diretta a Roma, e contenente quaranta milioni. La cassa era scortata da due guardie di pubblica sicurezza; una di queste è rimasta schiacciata nei frantumi del vagone; l’altra ferita.
Il cantoniere colpevole del falso scambio è sparito. Si è trovato la sua garitta chiusa e la lanterna spenta sul binario. La presenza della cassa contenente i valori ha originato la voce che questo scontro sia doloso e fatto a scopo di depredazione. Forse i terribili autori pensavano di profittare della confusione e dell’oscurità per rubare la cassa preziosa! A ogni buon conto una severa inchiesta è stata istituita.
Pei passeggeri in grado di proseguire il viaggio venne fatto il trasbordo. Ora la circolazione dei treni è stata ristabilita.
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GENOVA (Nostro telegr. – Ed. sera), 20, ore 4,10 pom. – Eccovi alcuni particolari intorno allo scontro ferroviario di Rapallo. Il treno passeggeri proveniente da Genova alle 5,45 ant., causa la falsa manovra investì il treno merci fermo in stazione.
L’urto fu spaventevole. Quattro vetture furono sfracellate; le altre danneggiate comprese le macchine! I feriti sono stati trasportati all’Ospedale. Le autorità sono tutte accorse sul luogo del disastro.
Questo è attribuito a negligenza. L’impiegato al movimento di servizio e la guardia eccentrica sono latitanti. Il treno merci porta il numero 1212. Tra i feriti si annoverano i macchinisti di entrambe le macchine. I danni al materiale sono rilevanti.
La linea è libera da questa mattina alle 9,55.
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Intorno a questo grave disastro i giornali genovesi recano questi particolari:
Nel treno 153 trovavasi l’ispettore ferroviario signor Gallo Pilade, che nell’urto violento dei treni se la cavò con qualche bernoccolo; e fu ventura ch’egli fosse nel treno, perché, disceso immediatamente, impartì le necessarie disposizioni per evitare la confusione tanto naturale in simili circostanze. Si deve alla di lui opera pronta e intelligente se la linea potè essere sgombra prima delle ore 10.
L’egregio ispettore fece pure trasbordare le 36 cassette di biglietti di banca, redigendo un processo verbale del fatto e provvedendo per la custodia delle preziose cassette.
Alla stazione di Rapallo quando avvenne l’urto trovavasi di servizio un impiegato autorizzato a surrogare il capo stazione. E’ un agente pratico del servizio che proviene dal basso personale e ha saputo collo studio e l’attività ottenere il grado a cui aspirava. Pare che nessuna responsabilità pesi su di lui, perché, a quanto mi fu detto, egli si era assicurato che lo scambio fosse regolarmente eseguito; ma non altrettanto può dirsi del guarda-eccentriche.
A quanto pare il guarda-eccentriche, credendo che il treno 153 fosse già arrivato, rimise lo scambio nella posizione primitiva, cioè in direzione del binario dove si trovava il 1212; per cui il treno 153, arrivando, si avviò naturalmente sopra un binario diverso da quello che doveva percorrere. Appena avvenne l’urto, il guarda-eccentriche, accortosi dell’errore, diede in ismanie come un ossesso; poi fu visto fuggire all’impazzata, e da ieri non si è più saputo nulla di lui.
Molto interessante. Grazie. Meno male che le casse con i bigliettoni rimasero incolumi.
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