10.1.12

Il romanzo della Pisana (di Giorgio Manganelli)

Giorgio Manganelli
Quella che segue è una scheda dalla rubrica Cento libri in ogni casa" che "Il Giorno" pubblicò tra il 1960 e il 1961. Le cento schede, compilate da Cesare Garboli e da Giorgio Manganelli, vennero pubblicate molto tempo dopo, nel 1989, da Rosellina Archinto, in un volumetto dal titolo semplificato Cento libri, offerto in omaggio agli abbonati della rivista "Leggere". Riprendo la scheda sulle Confessioni di un italiano di Ippolito Nievo, compilata da Giorgio Manganelli per tre ragioni: 1) mostrare quanto vigore critico e quanta capacità persuasiva possa contenere un brevissimo saggio di letteratura "servile" se fatta con maestria; 2) ricordare un maestro di letteratura e di critica come Giorgio Manganelli; 3) invogliare alla lettura spesso piena di coinvolgimento e di gioia di un capolavoro quasi ignorato come le Confessioni del Nievo. (S.L.,L.)
Tra i Promessi sposi e i Malavoglia, un solo romanzo grandeggia nella narrativa italiana dell'800: queste Confessioni, che il Nievo scrisse di furia nel 1858, a ventisei anni, poco prima di partire garibaldino, e tre anni prima della morte in naufragio.
In codesto lungo racconto vi sono ingenuità, acerbità svagamenti; ma uno straordinario impeto adolescenziale, senza malizia, e insieme felice di una naturale scaltrezza. Scrite senza cautela, le Confessioni hanno la dolce goffaggine di una cosa giovane, che si rivela anche nel fervore delle esclamazioni e della lingua, non depurata, ma gustosa di impurità venete e settentrionali.
Ricco di impetuosissimi movimenti sentimentali, abbandonato alla spaziosa vitalità del melodramma, il romanzo di Nievo celebra delle rapinose passioni e degli amori eroici, ai quali presiede la figura della Pisana, la più viva donna delle nostre lettere ottocentesche, proterva, arrogante e lusinghiera.

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