12.1.12

Lidia Storoni: "Marco Aurelio al Campidoglio? Una statua di cioccolata"

Il 31 maggio 1998, in occasione di alcuni ritrovamenti archeologici, nella cronaca di Roma del “la Repubblica” comparve un’intervista firmata f.gi. all’antichista Lidia Storoni. Mi sembrò assai interessante allora e tale ancora mi pare per le rivelazioni sull’Adriano della Yourcenar ma ancor più per i giudizi precisi e taglienti su figure e monumenti della storia romana. (S.L.L.)
Roma, Statua equestre di Marco Aurelio in Campidoglio, particolare
L' elicottero non smette di fare cerchi nell' aria, si avvicina rombando fino a che il motore sovrasta il salmodiare dei pellegrini a piazza san Pietro. Non è che le piaccia, tanto fracasso intorno alla sua casa: non i suoni e neppure l' idea di quel che accade. Lidia Storoni Mazzolani - storica, traduttrice, finissima divulgatrice della storia più oscura e complessa - è sul terrazzo dell' appartamento di lungotevere degli Altoviti dove vive da quasi settant' anni e sparge il suo sguardo dall' alto su Roma che gioca al Giubileo. La terrazza fiorita ha giusto di fronte la sagoma del Castello, il Mausoleo di Adriano.
"Per me è come un parente", sussurra dandogli un' occhiata sghemba con i piccoli occhi celesti. Parla piano e poco, questa elegante signora, candida frequentatrice di imperatori, di storici dell' antichità. (Ha tradotto tutto Sallustio e gli Annali di Tacito, scritto monografie su Tiberio, pubblicato racconti e iscrizioni funerarie).
Professoressa Storoni è come se fosse il ritorno degli imperatori. Negli scavi a Colle Oppio sono emerse importanti novità archeologiche, Adriano torna a far parlare di sé, il Colosseo tiene insieme centinaia di migliaia di visitatori...
Roma, Traiano e Sara, Particolare della Colonna Traiana
Cosa dice? Che sta succedendo?
"Gli imperatori... sono sempre stati vicini. Insieme, si sono influenzati, uno dopo l' altro. L' arco di Trionfo di Costantino per esempio: era di Traiano e raccontava, in due grossi medaglioni, imprese di caccia che Marguerite Yourcenar utilizzò per la sua descrizione nelle Memorie di Adriano". Anche la Yourcenar è personaggio a lei ben noto, avendo curato la traduzione italiana dell' opera che ha fatto amare poi, a tanti, le gesta di questo imperatore buono e colto... Come fu il vostro incontro?
"La Yourcenar è venuta a trovarmi negli anni Cinquanta. Si è seduta qui, nel soggiorno. Era una donna silenziosa, sempre accompagnata dalla sua assistente Grace Frick, una ragazza gentile. Era appassionata di Adriano, omosessuale come lei. Alla traduzione delle Memorie ho lavorato per un anno, praticamente senza vocabolario. Poi ci siamo scritte: io le conservo tutte, le sue lettere, che sono state anche pubblicate, noi due siamo rimaste amiche. Quando è stata qui a Roma siamo andate in giro, per esempio a Cori, a visitare il tempio di Ercole".
Dunque, è Adriano l' imperatore che predilige?
"Io preferisco Marco Aurelio: era saggio, riusciva a fare quei pensieri così altamente filosofici, con un incarico così difficile. Ma la statua che c'è ora sul Campidoglio, per carità, non mi piace, sembra di cioccolata. Amo invece Tiberio, il figliastro di Augusto, cresciuto tra sentimenti tanto contrastanti. E Galla Placidia, rapita da Alarico nel 410 durante la sua incursione a Roma, quando aveva soltanto ventidue anni e poi ritornata a Ravenna".
Sul Colle Oppio invece è il vero "regno" di Nerone...
"Non era granché buono Nerone, l' imperatore con la barba rossa, ma certo è la sua Domus a rendere il Colle importante". […]
Passeggiate per la Roma antica, le capita di farne?
"Alla mia età, è difficile. Qualche mese fa sono stata ai Fori con un' amica. Siamo state al museo Palatino che è molto interessante. E poi siamo entrate nella Casa di Livia. Guardavo quel mosaico di minuscoli tasselli e mi dicevo qui hanno passeggiato Virgilio e Mecenate, Orazio e Tacito. Un'emozione così la si può provare soltanto aiutati dalla cultura, altrimenti, non so".
E’ diffidente nei confronti del turismo di massa...
"Credo che la cultura consenta di capire la storia, i luoghi. Ai Fori ho visto tanta, tanta gente, forse qualcuno, aiutato dall' intelligenza, può capire, ma la gran parte, rimane impressionata da aspetti esteriori. L' imponenza delle colonne, dei monumenti. A questo proposito però la scuola può fare molto, anzi deve fare più che può, cercare di interessare. I giovani di interesse per queste cose non ne mostrano".
I suoi nipoti leggono?
"Poco".
Ma tradurre per lei cos' è?
"Mi piace molto tradurre. Pensare di rendere leggibile qualcosa che altrimenti non lo sarebbe, sentire un autore tanto vicino. Io quando traduco cerco di essere precisa, senza aggiungere. Ma è un lavoro che si può fare bene soltanto con un talento e una sensibilità speciali".
L' elicottero della polizia s' accosta di nuovo. La professoressa rientra nel soggiorno dalla terrazza e si attarda a mostrare le foto di famiglia, le edizioni dei suoi libri in lingue diverse, le immagini della casa canadese dell' amica Marguerite. Nel congedo, esprime volentieri un rimpianto: il 41, autobus soppresso che passava a ore fisse e con puntualità la portava a Monteverde, dalla figlia Marina. (f.gi.)

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