12.2.12

A Canterbury fuori dal vaso. Il vescovo, i seminaristi, la masturbazione.

Dalla recensione di un libro dello storico inglese Thomas W.Laqueur, Sesso solitario. Storia culturale della masturbazione, riprendo un divertente passaggio. A proposito: leggendo m'è frullata in testa un'idea, credo d'aver scoperto perchè il seminario e i seminaristi si chiamano così. Sono posti in cui devono essere frequenti le emissioni extra vas naturale, in vasi che i preti considerano innaturali o fuori da ogni vaso. (S.L.L.)
San Teodoro Arcivescovo di Canterbury
Né i catalogatori di peccati e penitenze, né i grandi teologi dedicano al turpe peccato di Onan più di tanta attenzione. Certo, la masturbazione fa parte della grande famiglia delle pratiche in cui il sesso non conduce alla procreazione, all'interno di una situazione consacrata dal matrimonio… ma, rispetto ad altri peccati, il vizio solitario è sanzionato in maniera (relativamente) blanda. Dall'imponente e spesso indigesta documentazione messa assieme da Laqueur citerò il penitenziario di Teodoro, arcivescovo di Canterbury dal 669 al 690, che prescrive un digiuno di tre settimane quando il presbitero «emette il seme» toccandosi «con la mano». Invece se lo spargimento avviene solo «per mezzo dell'immaginazione», il digiuno comminato è solo di una settimana.
Che la mano sia un'aggravante, può anche apparire logico. Eppure, perdonate la povertà di spirito, ma non riesco a capire come si faceva senza. Questi presbiteri di Canterbury dovevano saperla lunga - oppure l'arcivescovo era un tipo spiritoso.
A ogni buon conto, nessuno sembra soffermarsi troppo sull'argomento , nemmeno San Tommaso nella Summa, che però ha un bel termine, mollitiem («lascivia», «mollezza») per designare tutto ciò che si allontana dal naturalis modus di procedere. Laqueur, sottilmente, sospetta che questi scrittori non approfondiscano troppo per evitare di ottenere, a forza di parlare di certe cose, l'effetto contrario.

Da Emanuele Trevi Onanista senza Lumi, in “alias” 31 marzo 2007

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