25.2.12

Weber, Hitler e il carisma (di Emanuele Severino)

Weber si augurava, per la salvezza della democrazia tedesca, un capo carismatico eletto dal popolo. Hitler è stata la risposta beffarda della storia, che ha dato al mondo una imitazione tragicamente deformata e tuttavia in qualche modo rispondente al modello weberiano di capo carismatico.
«Per carisma», scrive Weber, «si deve intendere una qualità ritenuta straordinaria di una personalità, a cagione della quale si riconoscono a quest'ultima forze e proprietà soprannaturali o sovrumane o almeno eccezionali in senso specifico, non accessibili agli altri, oppure viene giudicata come inviata da Dio o come rivestita di un valore esemplare e, di conseguenza, come Fuhrer».
Il libro di Cavalli  (mostra in modo suggestivo come i tedeschi abbiano effettivamente creduto questo di Hitler. Non solo, ma che essi l'hanno potuto credere, perché Hitler stesso era assolutamente convinto di essere il «salvatore» della Germania e della razza ariana.

Dalla recensione a Carisma e tirannide nel secolo XX. Il caso Hitler di Luciano Cavalli, Il Mulino, 1983, in “L’Europeo”, 30 luglio 1983.

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