22.3.12

Punizione (S.L.L.)


Malindi, spiaggia al tramonto
Malindi, prima dell’esplodere della violenza omicida nella delinquenza locale, era luogo di vacanza ameno e, in bassa stagione, relativamente economico, sicché da metà gennaio a marzo c’era una buona concentrazione di vacanzieri italiani, di varia estrazione sociale. Non mancavano neppure impiegati ed operai, che se potevano giostrarsi le ferie, volentieri evadevano dall’inverno in cerca di spiagge, sole, cielo equatoriale, abbronzature, avventure; perché, com’è quasi d’obbligo nei luoghi di vacanza, vi s’intrecciavano relazioni galanti, con intenti, svolgimenti, esiti assai diversi. L’ambiente era pertanto adatto ai tombeurs de femmes, che tra loro spesso e volentieri si chiamano trombeurs de femmes, così privilegiando l’esito coitale del gioco della seduzione.
Ne ho conosciuto uno in pensione ancora giovane, agiato, che lì aveva villa con piscina, belloccio. Per procacciarsi da vivere agiatamente faceva il gestore di un lido molto rinomato nell’Italia centrale. Da poco s’era sposato con una donna bella, volitiva, colta e salutista, una milanese che sembrava averlo messo in riga. Da una decina d’anni e anche più, passava a Malindi i primi mesi dell’anno, liberi da impegni lavorativi. Si raccontava che, quand'era ancora attivo, fosse assediato dalle trombeuses d’hommes (c’erano anche quelle) ma – a meno che non fossero assai attraenti – le respingeva. Non mirava al numero come Casanova, non contava le prede: piuttosto, come a ogni cacciatore valente, gl’interessava che fossero “difficili”. In questo impegno aveva un sodale, un trombeur alto e magro, con cui fraternamente divideva le potenziali prede.
Ho sentito una chiacchierata tra i due: il magro raccontava al balneare - ormai in quiescenza - una sua recente caccia. Il magro la tirava per le lunghe con le difficoltà incontrate, per cui l’altro impaziente interruppe: “Ma alla fine l’hai punita?”.
Punita? Non credo d’aver mai udito con le mie orecchie tale espressione o una simile per indicare l’accoppiamento sessuale, d’aver mai ascoltato una formula tanto sado-masochista, tanto maschilista. L’ho letta invece. Nei romanzi pornografici del Settecento, in bocca a confessori lubrichi, a orripilanti monaci che solevano punire le “peccatrici” (talora per l’unico peccato d’esser femmine), obbligandole a subire l’insulto d’indesiderati e improbabili cordoni.
Così – mi pare – nella Thérèse philosophe da taluno attribuita a Diderot.
Erroneamente, a mio avviso. 

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