Da Sesto San Giovanni e dagli scioperi del marzo 1943 è giunta fino a noi la foto, notissima, degli operai davanti ai cancelli della fabbrica, fermi, a braccia incrociate. Quale che sia l'attendibilità dell'attribuzione, resta la straordinaria potenza simbolica di quella immagine. Allora, nel cuore del Novecento, era così. Agli operai bastava incrociare le braccia per fermare tutto, la produzione, la politica, la guerra. Era un gesto che significava sottrarre il lavoro degli uomini al dominio delle macchine, che voleva dire restituire ai corpi la loro forza e la loro dignità, in una messa in posa dai tratti classicheggianti che finiva con l'attribuire all'uomo-massa del Novecento i caratteri sportivi e muscolari dei modelli greci.
Nessun commento:
Posta un commento