22.8.12

Il commercio degli schiavi nell'isola di Capo Verde (di Francesco Carletti)

Francesco Carletti (1573 o ’74-1636), mercante fiorentino, compì, nel corso di una dozzina d’anni, una sorta di viaggio per il mondo, dall’America al Capo Verde, attraverso Perù, Messico, Filippine, Giappone e Indie.
Ne fece un ampio resoconto in sei Ragionamenti del mio viaggio intorno al mondo, vere e proprie relazioni dirette all’arciduca di Toscana Ferdinando I, suo protettore.
L’ottica del resoconto è quella del mercante, con una attenzione prevalente alle convenienze. E’ evidente anche nel brano qui ripreso, in cui si tratta del commercio degli schiavi, che il Carletti ha praticato, ma di cui dichiara di pentirsi. La registrazione della compera degli schiavi, del loro costo, del loro modo di alimentarsi e coprirsi rispetta fedelmente le cose viste e fatte. C’è però un di più da malizioso novellatore toscano nella descrizione delle nudità indigene e dei diversi modi di nasconderle o trattarle. (S.L.L.)

Ieri, Serenissimo prencipe, promessi a vostra altezza serenissima di raccontarli il modo di negoziare che tenemmo nell'isola di Capo Verde, dove, sbarcati che fummo in terra, pigliammo una casa e cominciammo a dar voce di voler comprare schiavi, onde quelli portughesi, che li tengono alla campagna nelle loro ville a branchi come il bestiame, ordinorno che fossero condotti alla città per farceli vedere. Vistone alcuni e domandando de' prezzi, trovammo che non ci riusciva l'incetta di tanto guadagno quanto con la penna stando in Spagna avevamo calculato, e ciò avveniva perché ne chiedevano molto più del solito per causa della quantità delle nave che erano venute quivi, e tutte volevano caricare schiavi per le Indie, il che causò tanta alterazione ne' prezzi, che, dove si soleva vendere un schiavo per cinquanta scudi, al più sessanta, fu forza comprarli per cento scudi l'uno e beato a chi ne poteva avere per spedirsi, essendo un gran cimento il dire convien bere o affogare, al qual prezzo ne comprammo settantacinque, li dua terzi maschi e l'altro terzo femmine, mescolatamente vecchi e giovani, grandi e piccoli tutti insieme, secondo l'uso di quel paese, in un branco come tra di noi si compra un armento di pecore, con tutte quelle avertenze e circostanze di vedere se siano sani e ben disposti e senza difetto alcuno della persona loro. Poi ciascun padrone li fa segnare o, per dire più propriamente, marcare della sua marca che si fa fare d'argento e poi infocata al lume della candela di sego, con il quale si unge la scottatura e segno che si fa loro sopra il petto, overo sopra un braccio o dietro le spalle, per riconoscerli. Cosa veramente ch'a ricordarmi di averla fatta per comandamento di chi poteva siano sani e ben disposti e senza difetto alcuno della persona loro. Poi ciascun padrone li fa segnare o, per dire più propriamente, marcare della sua marca che si fa fare d'argento e poi infocata al lume della candela di sego, con il quale si unge la scottatura e segno che si fa loro sopra il petto, overo sopra un braccio o dietro le spalle, per riconoscerli. Cosa veramente ch'a ricordarmi di averla fatta per comandamento di chi poteva in me mi causa una certa tristezza e confusione di coscienza, perché veritieramente, serenissimo signore, questo mi parve sempre un traffico inumano ed indegno della professione e pietà cristiana. Non è dubbio alcuno che si viene a fare incetta d'uomini o, per dire più propriamente, di carne e sangue umano; e tanto più vergogna, essendo battezzati, che, se bene sono differenti nel colore e nella fortuna del mondo, nulla di meno hanno quella medesima anima formatali dall'istesso Fattore che formò le nostre. Io me ne scuso appresso a Sua Divina Maestà, non stante che io sappia molto bene che, sapendo Quella la mia intenzione e volontà esser stata sempre repugnante a questo negozio, non occorra. Ma sappialo ogn'uno e siane vostra altezza serenissima certificata che a me questo negozio non piacque mai, pure, come si sia, noi lo facemmo e forse, ancora per questo, insieme la penitenza, sì come si vedrà nel fine del secondo discorso di questi viaggi e ragionamenti, che io andrò facendo a vostra altezza serenissima di ogni nostro successo.
Ma, tornando ora al negozio delli schiavi, dico che, avendo noi compero li predetti settantacinque mori e more al prezzo di scudi cento l'uno di primo costo, alcuni di avvantaggio ci stavano con tutte le spese a più di centosettanta, compresovi li scudi venticinque della licenzia regia e scudi sedici per il dritto all'uscita dell'isola di Capo Verde e scudi vent'uno per il nolo di quivi sino a Cartagena d'India, e di più vi era il vitto e altre spese minute. Inoltre quelli che morsero aggravarono maggiormente questo negozio. De' quali schiavi io ne ebbi la cura e ordinai per ogni dieci di essi un moro per capo, scegliendo fra di loro quello che mi pareva più fiero ed accorto, acciò attendesse a far quello ch'io provederei per li loro bisogni, specialmente del mangiare, che si dà loro due volte il giorno d'una certa sorte de fagiuoli grossi che quivi nascono, i quali si cuocono semplicemente con acqua e poi se li condiscono con un poco d'olio e sale. Di così, insino a che venne il tempo dell'imbarcarli, si tennero in due stanze tutti separatamente, li uomini nell'una e le donne nell'altra, nudi e senz'altro vestito, contentandosi di quello che la natura ha dato loro della pelle, nascondendo solo con un poco di panno di bambagio o vero con un poco di cuoio o altra pelle o cencio o foglie d'alberi quella parte del corpo che il primo peccato ci ha fatto parere esser più vergognosa che l'altre; e molti ancora, e maschi e femine in particolare, non se ne curando sia per necessità o per semplicità o dappocagine, si lassano stare come la natura li ha fatti, senza conoscere che sia vergogna coprire quelle parti che altri per ciò coprano. Ma molti usano una certa galanteria a lor modo e si legano il membro con un nastro e altri fili fatti di erba, e, tiratoselo tra le coscie indietro, lo nascondono di tal maniera che non si conosce se siano maschi o femmine; e altri se lo ricuoprono con metterlo in un cornetto di qualche animale o nicchi marittimi, altri se lo riempiono con tanti anelletti d’ossa overo d'erba tessuti, a tal che resta tutto coperto e insieme ornato, e molti ancora se lo dipingono o per meglio dire imbrattano de qualche mistura che glielo faccia rosso o giallo o verde. In questi modi e altri cercano di ricoprirsi queste parti, che molti di loro senz'altra cerimonia le lassano scoperte.

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