29.9.12

Ora di religione (di Sara Dipasquale)

Recupero, conservo e propongo da fb la nota che segue, di una compagna palermitana, che, a commento di un recente intervento del ministro Profumo, fa chiarezza sull'ora di religione confessionale cattolica. (S.L.L.) 
I docenti di religione sono scelti dalla curia, a suo insindacabile giudizio (e quindi lo Stato paga lo stipendio a persone su cui non ha il minimo controllo). Per conservare il posto, gli insegnanti di religione devono chiedere, ogni dodici mesi, il nulla osta all’autorità diocesana, dalla quale possono essere revocati anche per ragioni che non hanno nulla a che fare con le capacità dell’insegnante, ad esempio, per “condotta morale pubblica in contrasto con gli insegnamenti della Chiesa”.
Come se non bastasse, esiste un’ordinanza ministeriale – n. 128 del 14 maggio 1999 – che sostiene che “lo studio dell’Irc o dell’ora alternativa possono concorrere a formare il cosiddetto credito scolastico, e quindi il punteggio di ammissione all’Esame di Stato”. Ordinanza che, nei contenuti, è stata confermata da tutti i ministri succedutisi negli anni e contro cui è stato presentato ricorso al Tar dai valdesi e dalle chiese evangeliche. Ricorso rigettato: perché? La ragione è di sostanza (si fa per dire): “Non hanno notificato le controparti”, vale a dire tutti gli studenti che si avvalgono dell’Irc!
Numeri. Per i docenti di religione lo Stato sostiene un costo pari a 1,25 miliardi di euro, ottenuto, moltiplicando il costo totale dell’istruzione scolastica per il rapporto tra insegnanti di religione cattolica (nel 2010, nella scuola statale erano 26.326 su un totale di 931.756) e il totale degli insegnanti.
Il ministro Profumo oggi ha detto una cosa non laicista, come la saluteranno certamente alcuni, e vi dirò, neppure laica: ha detto una cosa di buon senso. E il paradosso è che l’abbia detta un ingegnere elettrotecnico, non votato dagli italiani e che, per una volta, ha rappresentato tutti i cittadini e non solo alcuni.

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