11.10.12

Il prete che vota Crocetta (S.L.L.)

 
Prete. Una celebre foto degli anni 30.
L'immagine ha mero scopo esornativo.
“Io voterò Crocetta – m’ha detto un prete – l’impegno che ha assunto è molto importante”.
“Quale?” - chiedo incuriosito (di impegni il candidato Udc-Pd alla presidenza della Regione Siciliana ne ha preso più di uno).  
“Quello di non avere rapporti sessuali durante il mandato presidenziale”.
Una decina di anni fa, alla vigilia di elezioni comunali che lo vedevano candidato sindaco nella sua Gela, Rosario Crocetta, saggiamente e coraggiosamente, per evitare basse speculazioni, aveva reso pubblica la sua inclinazione omosessuale.
Una ventina di giorni fa, dando l’avvio alla campagna presidenziale, ha fatto sapere che l’impegno per la Sicilia, una volta eletto presidente, avrebbe concentrato interamente la sua attenzione e che per tutta la durata del mandato si sarebbe perciò astenuto dai rapporti sessuali.
Io avevo trovato un po' ridicolo l'impegno, ma ora –  come di questi tempi m’accade fin troppo spesso – alle parole del prete m’infuoco.
Gli dico, a voce alta, che credo nella politica come progetto collettivo e che trovo nauseante la sua personalizzazione, esasperata fino al punto di chiedere a un candidato di sue privatissime scelte; e trovo insopportabile che lo stesso risponda alla domanda. Una volta placato, abbassando il tono di voce, aggiungo che questa è roba da confessionale, non da giornale o da tv: “Non siete voi che domandate 'quante volte figliuolo'?”.
Il prete ha fama di macho e qualcuno racconta d'averlo sorpreso in borghese nelle case d’appuntamento, in anni lontani. Soavemente mi risponde che non è d’accordo con me e che, al contrario, quella dichiarazione del candidato è un atto pubblico e una dichiarazione politica di grande solennità: “Ha implicitamente riconosciuto l’alto magistero della Chiesa. Noi abbiamo una considerazione altissima della persona umana e abbiamo una comprensione speciale per le persone con inclinazioni omosessuali. Ce ne sono molte tra di noi, sai? tra preti e suore”. 
Non capisco dove vogliano arrivare la pretesche perifrasi e chiedo che c’entri tutto ciò con le elezioni regionali. E lui, con tono da predica, ispirato e untuoso: “Questo impegno, preso di fronte a tutta la comunità regionale, conferma la nostra catechesi: i rapporti omosessuali inducono disordine e dissipazione. La castità è la scelta che indichiamo agli omosessuali credenti soprattutto nel loro interesse, per una vita proficua e serena. C’è sempre attenzione e perdono per chi cade, l’importante è la scelta, la distinzione tra bene e male.  Crocetta, a quanto pare, non è credente, ma riconosce il magistero della Chiesa, che è per tutti”.
Torna la rabbia e di pensieri me ne vengono molti, confusi in un groppo: penso alla serenità che darebbe a tante coppie un’unione regolarizzata,  ai casi di pedofilia protetti dalle Curie cattoliche, ai danni che arreca la repressione della sessualità di ogni tipo, al senso del peccato e ad altro ancora. Per non mandarlo all'Inferno lo mando a quel paese. Ma non esattamente con queste parole.

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