La bustina di Minerva è il titolo di una rubrica che Umberto Eco curò a lungo sulle pagine de "L'Espresso". Da una degli anni Ottanta recupero il finale, ad alta densità morale e critica. (S.L.L.)
Ascolto alla radio una bella e nota canzone, che dice: «se verranno gli indiani coi lunghi coltelli — noi daremo le botte, le botte anche a quelli». Vi immaginate un ragazzino per bene che canta una canzone in cui si dica che occorre dare le botte ai perfidi ebrei, ai negri, e persino ai cinesi? Certo che no, tanti discorsi gli anno insegnato che chi ammazza i negri è cattivo. Lo stesso ragazzino sarebbe esitante di fronte all'idea di sparare contro gli aborigeni australiani, poverini. Ma non esistono film che presentino gli aborigeni australiani come cattivi, mentre esistono centinaia, migliaia di film che presentano gli indiani come cattivi. Noi non sappiamo come e chi siano gli indiani "in realtà" — a meno che non ci occupiamo professionalmente di storia americana o di difesa delle minoranze. Il nostro modo di pensare gli indiani è stato costruito dai film di Hollywood. Dove sta la realtà? I giovani nazisti educati dagli anni Trenta ai Quaranta si comportavano come se gli ebrei fossero cattivi. Ne hanno ammazzati sei milioni. Questo è "reale". Ma ciò che ha prodotto la realtà non è stata la "realtà", sono stati i discorsi dei "Protocolli dei savi anziani di Sion".
Diffidate di chi dice che i discorsi non contano e conta solo la realtà. Vuole mettervela nel sedere.
come sono gli "indiani"? semplicemente sono esseri umani con pregi e difetti.
RispondiEliminae proposito delle canzoni "la casa dei Mattei si chiude col fuoco, con Virgilio e Stefano dentro se no è troppo poco". Questa canzone, a cui ho cambiato la parola fascista con i due ragazzi uccisi a Primavalle, l'hanno cantata generazioni e generazioni d'italiani. Questo per dire che la sinistra non è molto diversa
No,signor Qhana, a me pare affermazione senza fondamento dire che la canzone che lei cita (e che io come moltissimi altri neanche conosco) l'hanno cantata generazioni e generazioni di italiani. La canzone che - a quanto capisco - giustifica ed esalta la violenza omicida contro degli inermi perché fascisti, tutt'al più fu cantata da esigue minoranze di estremisti di sinistra in un particolare momento della storia italiana ("gli anni di piombo" furono ribattezzati). Sono comunque, nel caso specifico, d'accordo con lei (e anche Umberto Eco lo sarebbe): canzoni di questo tipo non sono innocenti e neanche certa propaganda, quella che faceva di ogni fascista un criminale irrecuperabile come se il fascismo fosse una caratteristica genetica, è innocente.
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